Diocesi: mons. Cipolla (Padova), “camminiamo insieme per inventare algoritmi di pace”

“Il nostro marciare è vicinanza e affetto verso le vittime di tutte le guerre e dei genocidi; è denuncia delle ingiustizie, del persistere della logica della forza e della supremazia delle armi; è richiesta di cessazione delle ostilità per una ricerca non violenta della concordia. Ricordiamo tutti i conflitti quelli noti alla cronaca, come in Ucraina e nella Striscia di Gaza, e quelli dimenticati nelle terre d’Africa, Asia, Medio Oriente e America latina. Camminare insieme per la pace significa dire da che parte stiamo come persone, come Chiese, come cittadini e come società: siamo sostenitori della pace!”. È un passaggio del messaggio del vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, all’inizio della marcia per la pace interdiocesana (Padova e Venezia), ieri a Dolo (Ve).
Facendo riferimento al titolo della marcia “Algoritmi di pace”, il vescovo ha osservato che “l’intelligenza artificiale è tra le più straordinarie conquiste della scienza e della tecnologia e i vantaggi del suo impiego li vediamo in tutti gli ambiti”; infatti, “l’intelligenza artificiale pervade ogni spazio di vita e plasma il nostro modo di pensare e approcciare la realtà”.
Se da un lato “non possiamo sottrarci dalla conoscenza di questo nuovo modo di progettare l’automazione e immaginare il futuro”, dall’altro “siamo chiamati ad assumere un atteggiamento responsabile, che non scada nella cieca ed assoluta fiducia nella tecnocrazia, né nel pessimismo catastrofico, ma riesca invece a esercitare una critica costruttiva desiderosa di orienta-re al bene la progettazione e l’uso dell’intelligenza artificiale”.
Mons. Cipolla ha precisato: “Abbiamo un compito comune che è quello di far crescere in noi e tra di noi una morale e un’etica ispirate personalmente alla benevolenza e socialmente all’equità e alla giustizia. È qui che trova posto la sapienza del cuore, di cui parla Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che permette di rendere e di mantenere umane la tecnica e la scienza”. È così che “immetteremo nelle nostre società gli anticorpi resistenti alla supremazia della tecnica e li trasmetteremo alle nuove generazioni perché siano capaci di desiderare un progresso tecnologico governato dal rispetto della dignità umana e orientato alla fraternità universale”.
Nelle guerre che si combattono in Ucraina e nella terra di Gaza, ha osservato, “abbiamo una triste ed atroce dimostrazione di come vengano impiegati e testati i sistemi d’arma autonomi letali, che sterminano migliaia di persone innocenti e distruggono intere città”. Se l’intelligenza artificiale di cui si dispone “è addirittura generativa, dato che apprende da sé e lo fa ad una velocità sempre più sorprendente, chi ne detiene il possesso detiene un potere smisurato, per questo è necessario che non sia concentrato nelle mani di pochi e sia orientato al bene e al bene di tutto l’universo. Queste sono scelte del cuore, scelte che spettano all’umano non alla tecnica”. Di qui l’auspicio: “È urgente una convergenza etica e una regolamentazione internazionale sulla produzione e l’impiego dell’intelligenza artificiale”.
Mons. Cipolla ha concluso: “La costruzione della pace ha bisogno di ciascuno e di tutti, ha bisogno del nostro cuore, camminiamo insieme per inventare algoritmi di pace!”.

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