Autonomia differenziata: mons. Battaglia (Napoli), “la preoccupazione è che allargherà la forbice della duale separatezza del territorio nazionale”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Come prete e vescovo, non posso tacere che quei venti del peggiore egoismo stanno soffiando sul nostro Paese. L’Italia è da tempo divisa in ogni campo. Il Covid, che sembrava, con la sua lunga scia di morti e le tante paure indotte, affratellarci, invece che più solidali e aperti ci ha fatti più individualisti e più chiusi”. Lo scrive in una riflessione l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, per dire il suo “no” alla legge della cosiddetta autonomia differenziata. Già l’espressione “autonomia differenziata” contiene nel suo corpo “la divisione, intesa come volontà egoistica e come perverso progetto politico”. “La volontà egoistica dei ricchi e dei territori ricchi, il progetto, antico di poco più di quarant’anni fa, di dividere l’Italia, separando il suo Nord, divenuto opulento con le braccia e l’intelligenza dei meridionali, da quel Sud impoverito dalla perdita di risorse, di forze fisiche e intellettuali, svuotato progressivamente di fondamentali sue ricchezze al posto delle quali sono arrivati a fiumi inganni e false promesse”, osserva il presule. Pur non entrando in una polemica politica, l’arcivescovo evidenzia che l’aggettivo “differenziata” indica che “l’autonomia non è uguale per tutte le regioni, che essa, appunto, si differenzia tra quelle forti, che con l’autonomia diventeranno più forti, dalle regioni deboli, che paradossalmente diventeranno più deboli. Insomma, si realizza, anche nelle istituzioni, quella dinamica apparentemente incontrollabile, che legittima l’ingiustizia più grave”. Quella che fa “i pochi ricchi nel mondo più ricchi e il novanta per cento degli esseri umani più poveri”. Per mons. Battaglia, “c’è anche un fatto che rende più grave, la decisione del Senato e delle forze politiche che l’hanno determinata. Questa trasformazione nel Paese avviene quando due debolezze si intrecciano pericolosamente, quella della politica e quella del Meridione. Basterebbe solo questo per accendere le menti più attente e i cuori più sensibili”. E “per comprendere meglio che quella parola accompagnata dal più breve articolo, incomprensibile per la povera gente, i Led(anche questa a coprire la furbizia dei potenti), risulterà ingannevole anche quando lo Stato, che non ha più soldi, trovasse i tanti miliardi che servirebbero per attuarli”. L’arcivescovo osserva: “Le leggi non si fanno per il tempo politico di chi le vara. Si fanno per tempi lunghi, quelli che vanno a incontrare la vita dei nostri ragazzi. Aprono il futuro più che gestire il presente. La preoccupazione, pertanto, è, che nel domani del compiersi pienamente questo malinteso articolo della Costituzione, la logica della differenziata manterrà le differenze, mentre si allargherà la forbice della duale separatezza del territorio nazionale e del sentire stesso il Paese”.

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