Papa Francesco: ai gesuiti portoghesi, “uscire in questo mondo”. Il disvalore di una vita troppo “eroticizzata”

Nel colloquio del Papa con i gesuiti portoghesi durante la Gmg di Lisbona, pubblicato integralmente da La Civiltà Cattolica e ripreso da Vatican news, Francesco amplia lo sguardo alla società attuale che vede eccessivamente “mondanizzata”, cosa che lo preoccupa molto soprattutto “quando la mondanità si fa spazio nella vita consacrata”. Jorge Mario Bergoglio fa riferimento alla sua recente lettera ai preti di Roma in cui mette in guardia da clericalismo e mondanità spirituale, come tranelli in cui evitare di cadere. “Una cosa è prepararsi a dialogare con il mondo… Altra cosa è compromettersi con le cose del mondo, con la mondanità”, sottolinea, esortando ancora una volta a leggere le quattro pagine finali di Meditazione sulla Chiesa in cui de Lubac afferma che la mondanità spirituale “è il peggior male che possa penetrare nella Chiesa, peggio ancora che l’epoca dei Papi ‘libertini’”.
Tuttavia, non cedere alla mondanità non vuol dire che non dialogare con il mondo: “Non potete vivere sottaceto”, raccomanda il Papa. “Non dovete essere religiosi introvertiti, che sorridono verso dentro, parlano verso dentro, proteggono il proprio ambiente senza convocare nessuno”. Al contrario, bisogna “uscire in questo mondo”, con i valori e i disvalori che ha. Tra questi, anche quello di una vita troppo “eroticizzata”. A tal proposito Francesco ribadisce il problema della pornografia e del suo facile accesso attraverso i cellulari, invitando i preti a chiedere aiuto e parlare di questi problemi perché, contrariamente al passato quando queste questioni non erano così acute e venivano pure nascoste, “oggi la porta è spalancata, e non c’è motivo che i problemi restino nascosti”. “Se tu nascondi i tuoi problemi, è perché scegli di fare così, ma non è colpa della società, e nemmeno della tua comunità religiosa”, afferma.

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