Formazione missionaria: Assisi, “Cuori ardenti, piedi in cammino”. Verzè, “l’interconnessione favorisce la conflittualità globale”

Stefano Verzè e mons. Falavegna (Foto Paolo Annechini - Missio)

Un giro di orizzonti a 360 gradi per capire dove cammina oggi la missione nel mondo. Con una analisi geopolitica degli scenari internazionali si è aperta ieri la 21ª edizione delle Giornate nazionali di formazione e spiritualità missionaria “Cuori ardenti, piedi in cammino” promosse dall’Ufficio di Cooperazione missionaria tra le Chiese-Cei presso la Domus Pacis di Assisi (27-30 agosto). La giornata dedicata al tema “Occhi aperti” ha messo al centro la relazione di Stefano Verzè, esperto di geopolitica, con il punto su tensioni, scontri e alleanze tra grandi potenze mondiali, oltre la guerra in Ucraina. L’analisi parte dalle aspirazioni territoriali di Putin a ridisegnare i confini d’Europa tornando all’impero zarista, “riaccorpando i Paesi che dopo la disgregazione dell’Urss hanno cominciato a guardare all’Occidente”.

Mentre l’Unione europea – secondo il relatore – si rafforza e cresce, gli Usa devono confrontarsi con l’avanzare della Cina, “con una rivalità che fa da filo conduttore alla storia degli ultimi due decenni”. Sugli “squilibri globali si innestano poi le crisi locali e le guerre dimenticate” nel mondo, “i nuovi conflitti, in cui gli interessi economici e lo sfruttamento delle risorse sono sempre presenti”. Di fatto “l’interconnessione favorisce la conflittualità globale”, senza dimenticare “i nazionalismi e la questione migratoria sempre aperta. E ora la guerra in Ucraina è, tra l’altro una nuova sfida per l’Europa, che laddove è stata unita ha sempre vinto”.

Ma, in questo contesto così preoccupante, dove stanno andando i “piedi in cammino” dello slogan? “Ora capiamo come dovevano sentirsi i discepoli di Emmaus prima di incontrare Gesù risorto… La nostra storia può tornare ad essere abitabile – ha detto mons. Ezio Falavegna, aprendo una ‘Finestra missionaria’, dopo la relazione di Verzè –. L’impegno è quello indicato da Paolo VI nel suo discorso del 1964 all’Onu, definendo la Chiesa ‘esperta di Umanità’”. “L’opposto della paura nel Vangelo non è il coraggio ma la fede”, ha osservato Falavegna.

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