Diocesi: Como, un anno fa la creazione a cardinale di mons. Cantoni. “Pieno di stupore per questa inattesa scelta, che mi impegna a una responsabilità più grande”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“A un anno esatto dalla mia creazione a cardinale sinceramente non finisco ancora di stupirmi. Considero la decisione di Papa Francesco come un vero dono del Signore, consapevole che i doni di Dio sono sempre gratuiti e immeritati. Perciò continuo a rimanere pieno di stupore per questa inattesa scelta, che mi impegna a una responsabilità più grande”: è la riflessione del vescovo di Como, Oscar Cantoni, a un anno dalla sua creazione a cardinale da parte di Papa Francesco (27 agosto 2022) e contenuta in un’intervista che sarà pubblicata integralmente sul prossimo numero de “Il Settimanale della diocesi di Como”, in uscita il 31 agosto, solennità del patrono della città e della diocesi di Como, Sant’Abbondio. “Ho accolto il dono del cardinalato nella chiara certezza di avere ricevuto una nuova, esigente chiamata, che conferma e intensifica quelle precedenti, non già di poco conto. Sono in verità consapevole – dice il porporato – che, da sempre, quanto più grande è il dono, tanto più impegnative sono le responsabilità che si è chiamati ad assumere”. Guardando all’incarico all’interno del Dicastero per i vescovi, il card. Cantoni osserva di “essere proiettato su orizzonti più vasti, ma anche a volte più impegnativi di quelli dei nostri ambienti italiani. Intravedo anche tante situazioni ecclesiali e tante dimensioni personali identiche o molto simili alle nostre. È bello, comunque, e consolante conoscere una Chiesa giovane e viva, che richiede nuovi pastori che sappiano stare in mezzo alla gente, in spirito di servizio, disposti a giocarsi attraverso nuove vie di evangelizzazione, perché Gesù Cristo sia conosciuto, amato e seguito”. Dopo aver vissuto, “con emozione” la Gmg a Lisbona, con un milione e mezzo di giovani (fra loro oltre 400 partecipanti dalla diocesi di Como) e pensando all’apertura, in autunno, del Sinodo dei vescovi, il cardinale sottolinea che oggi “si avverte l’esigenza comune di attuare una riforma di Chiesa che susciti interesse per aiutare l’umanità intera a progredire verso una vera fraternità, fondata sulla giustizia e la pace. Ciascuno però deve fare la sua parte”.

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