Pasqua: mons. Aloise (Rossano-Cariati), “tutti noi possiamo fare l’esperienza della risurrezione, alzandoci da tutto ciò che ci trattiene nel sepolcro”

Gesù, che si è “alzato”, “si è risvegliato alla vita, è risorto”, “ci ricorda che non c’è sepolcro da cui non si possa venir fuori. Proprio Lui ci ricorda che l’amore vince su tutto! E se Lui è risorto, anche noi possiamo risorgere: tutti noi possiamo fare l’esperienza della risurrezione, alzandoci da tutto ciò che ci trattiene nel sepolcro, da tutto ciò che ci tiene bloccati, frenati o rallentati, impedendoci di camminare”. Lo scrive l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Maurizio Aloise, nel suo messaggio pasquale.
“Certo possiamo pensare che anche Maria, dopo l’Annunciazione, avrebbe potuto concentrarsi su sé stessa, sulle preoccupazioni e i timori dovuti alla sua nuova condizione. Invece no, si fida totalmente di Dio. Pensa piuttosto a Elisabetta. Si alza ed esce alla luce del sole, dove c’è vita e movimento. Malgrado l’annuncio sconvolgente dell’angelo abbia provocato un ‘terremoto’ nei suoi piani, la giovane non si lascia paralizzare, perché dentro di lei c’è Gesù, potenza di risurrezione. Dentro di sé porta già l’Agnello Immolato ma sempre vivo. Si alza e si mette in cammino, perché è certa che i piani di Dio siano il miglior progetto possibile per la sua vita. Maria diventa Tempio di Dio, immagine della Chiesa in cammino, la Chiesa che esce e si mette al servizio, la Chiesa portatrice della Buona Novella. È l’amore che fa risorgere, è l’amore che mette in movimento”, ricorda il presule, che riflette: “Come non rialzarci, allora, come non sentirci chiamati tutti a risorgere, ad applicare questo verbo alla vita delle nostre famiglie e delle nostre comunità, della Chiesa, della nostra Chiesa, che in questi mesi è stata chiamata ad ‘alzarsi’, a mettersi in movimento, a rimboccarsi le maniche nel ‘cantiere’ del Sinodo”.
Mons. Aloise spiega che “alzarsi” è “un verbo che richiede fiducia, speranza, rischio; un verbo che chiede anche impegno, che sollecita la nostra creatività, la nostra fantasia per intraprendere con coraggio il cammino sinodale di comunione, partecipazione e missione. Un percorso che non deve lasciare indietro nessuno, se non piuttosto bandire ogni pigrizia, scetticismo o sospetto”.
E aggiunge: “Non ci sembri fuori luogo un rinnovato invito alla conversione all’inizio del Tempo pasquale. La Chiesa comincia ogni volta il suo viaggio dall’Eucaristia, in cui è chiamata a imparare dallo stile umile e generoso di Gesù, e prosegue mediante la sinodalità, una forma di corresponsabilità e di scelta che coinvolge tutti i battezzati, dal Papa in giù, in direzione di quel traguardo che è la crescita della comunione. Il Sinodo, dunque, è la strada che parte dall’Eucaristia e cerca le direzioni possibili per arrivare alla comunione e alla missione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa