Maltempo: Milano (Greenaccord), “nubifragi e trombe d’aria l’altra faccia della medaglia della siccità”

(Foto: ANSA/SIR)

Gli “importanti nubifragi” di questi giorni “sono un’anticipazione di quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi, in autunno e inverno, perché questi eventi estremi – di questo si tratta – sono l’altra faccia del problema della siccità, che ha attraversato l’Italia in queste ultime settimane, anche con forti sbalzi di temperature tra Nord e Sud. Noi stiamo andando incontro, da un lato, alla tropicalizzazione delle temperature medie nell’Italia meridionale, con processi sempre più evidenti di siccità, desertificazione e aridità, con tutto ciò che ne consegue in termini di perdita di produzioni agricole; dall’altro lato, al Nord ci saranno sempre più queste forti precipitazioni o trombe d’aria come ci sono state in Toscane, altrettanto violente”. Lo dice, in un’intervista al Sir, Giuseppe Milano, segretario generale di Greenaccord onlus.
“Con una battuta – aggiunge Milano –, possiamo dire che l’estate 2022 non sarà solo la più calda che abbiamo conosciuto finora, almeno a partire dal 2003, ma forse è la più fresca dei prossimi decenni, proprio perché ci possiamo solo aspettare un peggioramento rispetto all’aumento progressivo delle temperature. Anche il Centro di ricerca dell’Agenzia europea dell’Ambiente a proposito dell’aridità e della siccità dice che quello che è iniziato potrebbe essere il periodo più siccitoso degli ultimi 500 anni. Purtroppo, dobbiamo prepararci a un crescendo di situazioni critiche estreme. E, se alla mancata prevenzione si aggiunge che non ci sono misure a livello nazionale e regionale di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, è chiaro che questi effetti non possono che peggiorare nei loro impatti. Chiaramente è tutto collegato”.
Il segretario generale di Greenaccord conclude con un auspicio: “Il prossimo Governo si impegni su questo fronte, come suggerito dagli scienziati nelle ultime settimane in diversi appelli, dotando l’Italia di una legge nazionale per l’adattamento al cambiamento climatico, che ancora non c’è, e magari aggiornando, dal 2017, il Piano nazionale energia e clima. Questi provvedimenti a livello nazionale obbligherebbero o, almeno, condizionerebbero moltissimo le Regioni ad adeguarsi a una disciplina nazionale che dovrebbe seguire le indicazioni dell’Unione europea di ridurre le emissioni progressivamente tra il 2030 e il 2050 – gli obiettivi noti della decarbonizzazione e di incremento delle energie rinnovabili –, mentre adesso ogni Regione va per i fatti propri”.

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