Incendi in Sicilia: mons. Lorefice (Palermo), “non possiamo continuare ad abitare così la casa comune”

“Non possiamo continuare ad abitare così la casa comune. Occorre contribuire a un pensiero altro, ad un’altra logica che spinga dal di dentro delle viscere dei cuori a relazioni altre con se stessi, con gli altri, con l’ambiente”. Lo scrive l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, in una lettera aperta a chi vive a Pantelleria e nelle altre zone devastate dal fuoco appiccato nelle ultime ore.
Invitando ad avere “cuori umani, di carne, che celebrano la vita che scorre dentro e attorno a noi”, che “cantino Laudato sì perché ci hai dato una ‘Casa comune’ da custodire con intelligenza e cura, dove abitare da Fratelli tutti”, il presule ribadisce che “su questo dobbiamo sprecare energie, intelligenza, confronto e non su logiche di gretto potere, devastanti, incendiarie, distruttive, mortifere”. “A cominciare da noi che crediamo nel Dio creatore e nell’Emmanuele venuto a piantare la tenda nella casa comune, tra le nostre case, su una terra che si affaccia sul Mediterraneo, su questo Mare nostrum sempre più martoriato e lontano dalla sua vocazione originaria: essere spazio di vita, di incontri, di creativa contaminazione, di pace, di cultura, di amore!”.
Mons. Lorefice esprime poi la sua vicinanza alle “amiche e sorelle, ai fratelli e amici di Palermo e dei territori isolani colpiti in questi giorni dagli incendi appiccati da mani mosse da cuori incapaci di stupore, privi di memoria, di sguardo umano”. “Gli uomini che nascondono e non mettono in gioco il loro volto si disumanizzano. Si sfigurano. Solamente nel volto dell’Altro prende forma il nostro volto, si è umani. Si costruisce”.

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