Settimana liturgica nazionale: mons. Lameri (Pul), “il Messale non solo si offre come norma della celebrazione, ma è strumento di unità”

“Il Messale non solo si offre come norma della celebrazione, ma è, a tutti gli effetti, strumento di unità”. Attorno a questo concetto mons. Angelo Lameri, docente di Liturgia presso la Pontificia Università Lateranense (Pul), ha articolato la propria relazione, intervenendo oggi durante l’ultima mattinata di lavori della 71ª Settimana liturgica nazionale. Mons. Lameri ha proposto una riflessione incentrata sul ruolo che il Messale ha all’interno della celebrazione: “Il rapporto che unisce la preghiera cristiana alla Parola è un legame forte poiché è proprio a partire da essa che nasce l’orazione formulata dal Popolo di Dio”.
Il pensiero del relatore, quindi, si è soffermato sui gesti di cui l’azione liturgica si compone: “I gesti liturgici non devono essere ideologicamente motivati, ma devono porsi al servizio del mistero annunciato dalla Parola, celebrato nel rito e vissuto nel quotidiano”. E ancora: “È proprio questo il significato di una liturgia che è luogo privilegiato dell’ascolto della Parola”.
“Nella celebrazione la Scrittura parla ad un popolo che la accoglie ed è questo il motivo – ha spiegato mons. Lameri – per cui la proclamazione della Parola ha luogo nel dispiegarsi dell’anno liturgico”.
Dalle parole del relatore emerge come la linea che unisce Parola e liturgia abbia una doppia direzione: “La prima apre alla comprensione della seconda e, allo stesso tempo, quest’ultima sostiene e favorisce l’approccio alla prima”.
Il Messale è, di fatto, lo strumento che guida e regola questa doppia dinamica: “Il Messale norma la celebrazione, cioè la regola, la ordina ed ha il grande pregio di porsi come strumento di unità: esso stesso è testimone dell’obbedienza della Chiesa alla volontà del suo Signore, e dunque educa i fedeli a vivere, insieme, nello stesso modo”.
Mons. Lameri ha concluso: “Il Messale non sia semplicemente una raccolta di testi, ma un libro che indichi gesti da porre in atto e valorizzare, così che la liturgia diventi effettivamente il luogo in cui la vita spirituale dei fedeli è alimentata e sostenuta”.

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