Festa dell’Assunta: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “la storia va letta non soltanto per le sue brutture, ma per tutti i gesti di amore che le sofferenze umane continuamente suscitano”

“L’Assunta ci insegna il primato della gratitudine”. Lo ha detto, ieri, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, nel corso del pontificale in duomo: l’Assunta, infatti, assieme ai Santi Ponziano e Benedetto, è la patrona dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. La Vergine, ha sottolineato il presidente della Conferenza episcopale umbra, invita anche ad interrogarsi: “Sappiamo guardare indietro, rileggere le vicende del nostro passato con espressioni di riconoscenza? I giorni di ferragosto sono particolarmente indicati per staccarci dall’affanno quotidiano e vedere in retrospettiva l’anno trascorso, un anno particolarmente pesante a causa della pandemia, ma certamente anche ricco di sorprese e di insegnamenti preziosi. Sappiamo guardare a quanto abbiamo vissuto con un sentimento di lode e di gratitudine al Signore? Sappiamo vedere la mano di Dio all’opera anche in ciò che ci ha turbato e ci ha fatto soffrire? Riusciamo a comprendere che tutto quanto abbiamo vissuto è parte di un disegno di Dio Padre che vuole il nostro bene, la nostra felicità e la nostra santità, di un Padre che vuole portarci al traguardo di gioia a cui è giunta Maria?”.
L’arcivescovo, poi, ha posto una domanda: “Per ciò che mi riguarda sono pronto a ringraziare il Signore, ma come posso lodarlo pensando a tante sofferenze di cui siamo stati testimoni nell’anno trascorso e lo siamo tuttora? Sofferenze di popoli interi, sofferenze per il ritorno di posizioni razziste e xenofobe, del populismo e della chiusura nei confronti del prossimo, per la diffusione della cultura di massa dominante, per le disuguaglianze crescenti, per la solitudine degli individui e delle famiglie di fronte ai problemi della convivenza, per la disoccupazione, per timori e angosce di fronte alle incertezze del futuro. Maria non ignora tali brutture, non ignora le pene della storia; a lei è toccato vivere alcuni dei giorni più oscuri e più neri di tutta la vicenda umana! Tuttavia ha preso coscienza che, anche in quei giorni, Dio si faceva vicino alla sofferenza dell’uomo, entrava dentro le nostre piaghe per confortarci e per fare di ogni momento doloroso una possibilità di esercitare la solidarietà e l’amore. Dunque la storia va letta non soltanto per le sue brutture, ma per tutti i gesti di amore che le sofferenze umane continuamente suscitano”.
Al termine del solenne pontificale mons. Boccardo dalla loggia centrale del duomo ha benedetto la città di Spoleto e l’intera archidiocesi con la Santissima Icone”.

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