America Latina: concluso il congresso della Conferenza dei religiosi (Clar). Nel documento finale una serie di impegni

Si è concluso ieri il congresso della Conferenza latinoamericana dei religiosi (Clar), che si è svolto in modo virtuale a partire da venerdì. Nel documento finale, letto dalla presidente, suor Liliana Franco, sono contenuti alcuni impegni: per la presenza, “luogo di grazia”; per la “vicinanza portatrice di bene”; per l’ascolto, “sussurro che porta alla conversione”; per la parola, “antidoto per la guarigione”; per il discernimento, “scenario dello spirito”; per i processi, “possibilità di dispiegare il potenziale della vita”; per la comunità, “tessuto che articola”; per la misericordia, l’interiorità, la Casa comune, “luogo della manifestazione di Dio”. Nella giornata di ieri ha portato il suo saluto mons. Luis Marín de San Martín, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, che ha affermato: “I religiosi sono sempre stati nella Chiesa un gioioso motore di rinnovamento e di speranza, perché mostrano uno stile di vita radicale, coraggioso, alternativo e credibile”.
Per questo ha esortato i partecipanti a camminare insieme perché “nell’esperienza profonda e solida dell’unità della fede, nella Chiesa e dalla Chiesa, noi religiosi portiamo la varietà dei carismi suscitati dallo Spirito, molteplici colori che riempiono bellezza il corpo ecclesiale”. In quest’ottica, “dovete essere maestri di sinodalità”, ha concluso mons. Marín. Venerdì, in apertura del congresso, suor Franco aveva tra l’altro affermato: “È tempo di cercare instancabilmente come andare oltre, in fretta e senza contenere e lasciare in un angolo la grazia, per tornare alla dimensione missionaria e itinerante della vita religiosa”. E ha proseguito: “Siamo invitati a risanare le ferite da cui sanguinano vita, pace, dignità e speranza. Rinnoviamo la nostra fede e crediamo di poterlo fare con fiducia nei processi, nella comunità, nella gratuità, nel coraggio di spargere semi fecondi nell’arte della solidarietà, della profezia e dell’incontro”.
Ha portato il suo saluto anche il presidente del Celam, mons. Miguel Cabrejos, riferendosi alla centralità della sinodalità nel cammino della Chiesa: “La vita religiosa in questo nuovo contesto, ci ha mostrato che l’ascolto è necessario, e, partendo da questo, la capacità di dialogare con le persone, comunità e culture, che ci permettono di cogliere la voce dello Spirito e la volontà del Signore, che si rivela sempre in modo nuovo e sorprendente, rompendo gli schemi”.

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