Naufragio nel Mediterraneo: Borsotto (Focsiv), “trattati dall’Europa come scarto, tributo a sistema economico-finanziario iniquo”

L’ennesima strage. “Corpi alla deriva, corpi che avevano una storia, degli affetti e delle speranze e che in molti casi non avranno il privilegio di una tomba o, per i più fortunati, di un nome sulla propria ultima dimora. Erano persone, non figli di un Dio minore, o semplici numeri da riportare sui documenti della burocrazia europea”. Così Ivana Borsotto, presidente Focsiv, a nome del Consiglio e delle 87 Ong socie della Federazione, commenta in una nota il naufragio nel Mediterraneo che ha causato la morte di circa 130 migranti.
“Persone che l’Europa non riconosce, che non vuole o che rimanda nel girone infernale libico, con il quale stringe accordi economici per salvaguardare i propri pozzi petroliferi e quel benessere che poggia i propri piedi sulla pelle di uomini e donne – prosegue Borsotto -, che hanno avuto solo il destino di essere nati nel posto sbagliato della Terra. Sono loro che l’Europa tratta come scarto, un tributo dovuto per un sistema economico finanziario che consuma, ma non restituisce o ridistribuisce. Sono loro che pagano il prezzo più alto”. La presidente Focsiv ricorda l’appello lanciato nei mesi scorsi insieme a tanti altri esponenti della società civile, ai rappresentanti europei e italiani affinché questa strage infinita potesse e possa essere fermata, “sollecitandoli ad assumersi la responsabilità politica delle migrazioni con il superamento dei Regolamenti di Dublino e la revisione di procedure meno burocratiche per l’accoglienza e l’integrazione”. E conclude: “Possiamo sperare che l’Europa possa tornare ad esprimere un sentimento di umanità verso questi uomini, donne e bambini? Non c’è più tempo”.

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