106° Metz Yegern: card. Sandri (Congregaz. Chiese orientali), “la vita dei nostri fratelli armeni, vittime del tentativo di sterminio, è stata come quella di Gesù”

“Il Vangelo ci dona la consolazione del pensare che i figli e le figlie del popolo armeno, vittime del tentativo di sterminio di 106 anni fa, sono amici di Dio configurati all’esistenza stessa di Gesù. La vita dei nostri fratelli e sorelle è stata come quella di Gesù, chicco di grano caduto in terra che morendo ha dato vita al mondo intero salvandolo”. Lo ha detto questa mattina il card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nell’omelia della Divina Liturgia in rito armeno nel 106° anniversario del Metz Yegern. “Il loro frutto – ha sottolineato – rimane, e siamo noi che nel mondo celebriamo nella fede questo giorno. Che dal nostro frutto cadano semi di vita e di resurrezione dentro la nostra storia”. Un richiamo anche alla pandemia, “occasione per riflettere sul senso dell’esistenza, che non può e non deve essere pensata come un atto solitario, ma sempre solidale e fraterno come ci ha ricordato il Santo Padre nell’enciclica Fratelli Tutti”.
Il rito, svoltosi presso il Pontificio Collegio Armeno (entrambe le chiese armene di Roma – quella di San Nicola da Tolentino e quella di San Biagio alla pagnotta – sono chiuse per restauri), è stato presieduto dall’arcivescovo Ordinario per i fedeli armeni nell’Europa Orientale, Raphael Minassian, e concelebrato dal rettore del Collegio p. Nareg Naamoyan, alla presenza di mons. Nunzio Galantino, dell’arcivescovo Khajag Barsamian (rappresentante della Chiesa Apostolica Armena a Roma), degli ambasciatori di Armenia presso la Santa Sede e l’Italia, e di p. Hyacinthe Destivelle, O.p. del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani.

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