Economia: Istat, in Italia prosegue un “orientamento negativo” delle prospettive “anche se con intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti”

“L’indicatore anticipatore ha mantenuto un orientamento negativo anche se con intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti”. Lo comunica oggi l’Istat nella sua “Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana” evidenziando che “lo scenario internazionale di inizio 2020 resta caratterizzato da una debolezza congiunturale comune a tutte le principali economie e da un elevato e crescente livello di incertezza”.
Nell’ultima parte dell’anno 2019, in un contesto internazionale caratterizzato da debolezza congiunturale ed elevata incertezza, l’economia dell’area euro ha registrato un deciso rallentamento dei ritmi produttivi.
“L’indeterminazione sul percorso di riduzione dei dazi tra Cina e Usa e quella sui futuri accordi commerciali tra Regno Unito e Ue, anche a seguito dell’approvazione della Brexit, continuano a costituire un freno agli scambi commerciali”, rileva l’Istat, notando come “a questo contesto si sono aggiunti, a partire dalla seconda metà di gennaio, i limiti alla circolazione delle merci e delle persone imposti per contenere la diffusione dell’epidemia del coronavirus”.
In Italia, viene sottolineato, “nel quarto trimestre 2019, il Pil ha segnato una flessione congiunturale. La crescita media per il 2019 si attesta allo 0,2 per cento”. A dicembre, si è registrata una riduzione dell’occupazione, ma nel corso del 2019 le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate significativamente.
A inizio anno, sia per l’Italia sia per l’area euro, l’inflazione ha mostrato una nuova risalita, ma le attese per i prossimi mesi suggeriscono il proseguimento della fase di moderazione dei prezzi.
Inoltre, “a gennaio, gli indicatori di fiducia si sono mossi in modo asincronico, evidenziando una sostanziale eterogeneità tra gli operatori. La fiducia dei consumatori ha mostrato un incremento, diffuso a tutte le componenti (il clima economico ha registrato la crescita più elevata), che ha riguardato anche le attese sulla disoccupazione. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese ha segnato, invece, un peggioramento a sintesi di andamenti diversi tra i settori. Al calo delle componenti dei servizi e del commercio al dettaglio è corrisposto un aumento più marcato delle costruzioni e di intensità minore per il settore manifatturiero. In particolare, in quest’ultimo, l’aumento dell’indice ha riflesso prevalentemente il miglioramento dei giudizi sugli ordini e sulle aspettative di produzione”.

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