Spagna: Cee, “fraternità deve basarsi su relazione feconda con natura, così come su politiche umane che favoriscano dignità e giustizia per tutti”

“Una casa per tutti? Rinnovare l’Oikos di Dio”. È questo il motto proposto quest’anno per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, che la Chiesa celebrerà mercoledì 1° settembre. Lo precisa il Dipartimento di Ecologia integrale interno alla Sottocommissione episcopale per l’Azione caritativa e sociale, che per l’occasione ha pubblicato un messaggio sul sito della Conferenza episcopale spagnola (Cee), offrendo al tempo stesso un sussidio liturgico per la celebrazione.
Il tempo della Creazione, ricorda il messaggio, è un tempo in cui “le comunità cristiane di tutto il mondo sono unite nel rinnovamento della loro fede in Dio Creatore, nella preghiera comune e in un coinvolgimento speciale in vari compiti in difesa della casa comune”.
“L’umanità ha il compito di coltivare e prendersi cura della creazione. Dio Padre ha messo nelle nostre mani questa casa comune con il compito di organizzarla e camminare insieme ad essa in una storia di salvezza – prosegue il messaggio – si tratta di avanzare sul cammino del Regno in mezzo alla nostra storia, in un rapporto di vera armonia e fraternità, in comunione con la natura e con gli altri uomini, aperti alla trascendenza dell’assoluto. Questo significa orientare la nostra casa tenendo conto delle implicazioni politiche dell’ecologico, dell’umano, del giusto e del dignitoso. Si apre un orizzonte di fraternità che deve basarsi su una relazione generosa e feconda con la natura, così come su politiche umane che favoriscano la dignità e la giustizia per tutti”.
“Facciamo eco al desiderio universale della Chiesa di rispondere compassionevolmente al grido della Terra e dell’uomo” e “per questo dobbiamo avanzare nella partecipazione e nell’impegno nella sfera sociale e pubblica, sia a partire dagli atteggiamenti personali e familiari, sia da quelli professionali e comunitari, sapendo che nel nostro impegno e lavoro deve esserci sempre l’orizzonte del bene comune come segno di progresso nel cammino di costruzione del Regno di Dio e della sua giustizia. Siamo la Chiesa in missione, in uscita, per la costruzione del mondo secondo Dio”.
Una cura, quella della casa comune, che, secondo i vescovi, “non parte in noi dal volontarismo eroico o dall’ideologia”. Anzi, bisogna guardarsi dal radicalismo e dagli estremismi, secondo i presuli, per i quali “la motivazione non può avere altro fondamento che quello che sostiene la Creazione e tutta la storia della salvezza, che è l’amore gratuito e consacrato di Dio”.
Inoltre, “l’ecologia integrale e la sua dimensione religiosa sono un luogo d’incontro con tutte le altre chiese cristiane e un cammino comune con le altre religioni, specialmente quelle monoteiste condividiamo con tutte le persone di buona volontà il compito di costruire il bene comune, che è così importante per il Regno”.

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