Incontro Cei sul Mediterraneo: mons. Crociata (Latina), “c’è bisogno di conoscenza. I cristiani in minoranza chiedono di essere sostenuti nella fede messa alla prova”

“L’evento è nato dalla coscienza della responsabilità che le Chiese particolari hanno nei confronti dei rispettivi popoli e nazioni nella cornice del Mediterraneo, un mare che lega e divide allo stesso tempo, e che nel corso della sua storia ha visto alternarsi alleanze e conflitti, scambi e guerre, migrazioni e mobilità in ogni direzione. Oggi, la responsabilità che la storia ha sempre richiesto ai protagonisti di questo grande ‘lago di Tiberiade’, come lo chiamava Giorgio La Pira, si è fatta ancora più urgente e sentita per le sofferenze a cui tanti dei popoli dei paesi rivieraschi sono sottoposti”. Lo scrive mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, in una lettera a sacerdoti e diaconi della diocesi, per condividere con loro quanto vissuto durante l’Incontro Cei sul Mediterraneo, a Bari.
“La Chiesa che vive nelle varie nazioni si sente interpellata da questo vero e proprio segno dei tempi, venuto alla ribalta non ultimo con il fenomeno delle migrazioni degli ultimi decenni, e reso ancora più avvertito dalla circostanza che il mondo globalizzato trova nel Mediterraneo uno dei suoi punti sensibili nevralgici, anche solo per il fatto che su di esso si affacciano tre continenti”, evidenzia il presule.
Sono stati 58 i partecipanti, tra vescovi, cardinali e patriarchi cattolici, provenienti da 20 paesi e rappresentanti tutti i riti ivi celebrati: “Ciascuno – sottolinea il vescovo – ha portato la propria esperienza di Chiesa, per molti dei paesi non occidentali soprattutto esperienza di mancanza di libertà, di sofferenza, di persecuzione. L’immagine che emerge è per lo più ben diversa da quella che offrono i media dei paesi occidentali, al punto che una delle proposte più insistentemente avanzate riguarda il bisogno di incontro e di conoscenza, di cui i cattolici – e i cristiani in genere – dei paesi in cui sono minoranza dichiarano l’urgenza per sentirsi sostenuti e incoraggiati in una vita fede continuamente messa alla prova. Particolarmente degna di nota è la situazione molto diversa dei cattolici nei vari paesi a maggioranza, assoluta o relativa, islamica, che chiede una considerazione distinta e una attenzione che va mirata caso per caso”.

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