Il lungo Discorso sullo stato dell’Unione, tenuto da Ursula von der Leyen a Strasburgo, ha raccolto numerosi applausi a scena aperta e alcune vivaci contestazioni dall’estrema destra. La presidente della Commissione sembra aver toccato temi che interessano la cosiddetta maggioranza europeista all’Eurocamera, rivendicando la bontà dell’azione del Collegio, e indicando le maggiori sfide attuali e alcune proposte per affrontarle. Non sono mancati silenzi o posizioni ambigue rimarcate, nella replica, da parte dei capigruppo politici.
“I dazi doganali sono tasse”, ha detto Von der Leyen, “ma l’accordo” con gli Usa “garantisce una stabilità fondamentale nelle nostre relazioni con gli Stati Uniti in un momento di grave insicurezza globale. Ci sono due imperativi per la spinta all’indipendenza dell’Europa. Il primo è raddoppiare gli sforzi in materia di diversificazione e partenariati. […] Il secondo imperativo è che l’Ue intervenga laddove altri si sono ritirati, come la ricerca”. “In un momento in cui il sistema commerciale globale sta crollando, stiamo garantendo le regole attraverso accordi bilaterali. Come con il Messico o il Mercosur”.
Poco oltre: “L’indipendenza dell’Europa consiste nel proteggere le nostre libertà. La libertà di decidere. Di esprimersi. Di spostarsi in tutto il continente. Di votare. Di amare. Di pregare. Di vivere in un’Unione basata sull’uguaglianza. La nostra democrazia e lo Stato di diritto sono i garanti di tali libertà. Abbiamo bisogno di un ciclo annuale integrato sullo Stato di diritto”. “Abbiamo rafforzato il legame tra i fondi Ue e il rispetto dello Stato di diritto. Il rispetto dello Stato di diritto è un requisito imprescindibile per i fondi dell’Ue”.
Un capitolo è stato dedicato al settore dell’auto, prediligendo la versione elettrice.
Verso la fine del discorso, Von der Leyen si è più precisamente rivolta agli eurodeputati: “Sostengo il diritto di iniziativa del Parlamento europeo. Ritengo che in alcuni settori, come ad esempio nella politica estera, sia necessario passare alla maggioranza qualificata. È ora di liberarci dalle catene dell’unanimità. Dobbiamo garantire che la nostra Unione sia più rapida” nelle decisioni “e in grado di mantenere le promesse fatte agli europei”.