È stata la Messa presieduta dal delegato boliviano, padre José Marcelo Sepúlveda, ad aprire i lavori di martedì 9 settembre al Capitolo generale degli Agostiniani. Nell’omelia, riflettendo sul Vangelo di Luca, p. Sepúlveda ha ricordato che “la montagna è il luogo dell’incontro con Dio e delle decisioni importanti”, esortando a vivere il Capitolo come spazio di discernimento e preghiera. Ha sottolineato il valore della relazione personale con Cristo: “Anche con le nostre debolezze, Dio continua a chiamarci per nome. Il cristianesimo è sempre una risposta personale alla sua iniziativa”. Nella sessione mattutina, moderata da p. Anthony Pizzo, si è discusso il tema delle vocazioni, della formazione iniziale e della revisione delle Costituzioni, a partire dall’Instrumentum laboris. I gruppi linguistici hanno restituito in plenaria le loro riflessioni, con proposte concrete per sostenere le realtà vocazionali emergenti, specialmente in termini di risorse umane ed economiche. È emersa l’esigenza di rafforzare l’identità carismatica e la vita comunitaria, viste come segni credibili per la pastorale vocazionale, anche attraverso una maggiore presenza nei media e nei canali digitali. Nel pomeriggio, padre José Alberto Escobar ha presentato la realtà agostiniana a Cuba, sottolineando le difficoltà nel mantenere una presenza stabile e l’urgenza di un impegno condiviso da parte di tutta l’Ordine. Sono seguite le testimonianze delle missioni in Pakistan, dove due religiosi agostiniani operano in una parrocchia e in una casa di ritiri, e dell’Africa occidentale, con la casa di formazione in Togo e dieci religiosi affiliati alla Provincia del Belgio. P. Martin Davakan ha lanciato un appello a investire in questo “promettente campo pastorale, sociale e vocazionale”.