È stata inaugurata questa mattina la “Casa minori e famiglia Marina Lerma”, alla presenza del vescovo di Bergamo Francesco Beschi e delle autorità civili e militari.
Nella struttura si ampliano e rafforzano i servizi già attivi dal 2018 a “Casa Amoris Laetitia”, dedicati ai bambini in situazioni di disabilità complessa e fragilità. È proprio grazie all’esperienza maturata in questi anni, e alla consapevolezza della necessità di supportare i piccoli e le loro famiglie, che la Fondazione Angelo Custode, voluta dalla diocesi di Bergamo, ha voluto realizzare una struttura più ampia, dedicata a diversi servizi integrati.
Nell’edificio di via Morelli, che si sviluppa su tre piani, si trova il centro diurno per minori, con stanze interattive con indicazioni colorate e facilmente comprensibili (non solo disegni, ma anche scritte in diverse lingue e anche in braille) dove gli ospiti possono sperimentare e apprendere. Ci sono poi le stanze per i piccoli, e i monolocali dove possono stare con la famiglia, il polo di Neuropsichiatria territoriale, gli spazi dedicati agli ambulatori e il consultorio. Ma anche sale per la formazione e la ricerca. Tutto è pensato per rispondere alle esigenze dei più piccoli e delle loro famiglie, che sono seguite anche durante i percorsi domiciliari. Nella struttura, dove lavorano circa 80 dipendenti (compresi gli specialisti) a cui si aggiungono 60 volontari, sono state installate le opere di Andrea Mastrovito e di Paola Meneghetti.
La nuova “Casa minori e famiglia Marina Lerma”, in collaborazione con l’Asst Papa Giovanni XXIII e con l’Università degli Studi di Bergamo, offrirà anche occasioni di formazione relativi ai percorsi di cura sperimentati, dedicati agli operatori socio-sanitari e alle diverse realtà educative del territorio. Una struttura nata grazie anche al bando di Fondazione Cariplo (bando progetti emblematici) e a un finanziamento di Regione Lombardia.
Il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, che ha fortemente voluto e attentamente accompagnato questo progetto, inserendo questa inaugurazione nell’orizzonte del Giubileo, ha parlato del fatto che “l’Angelo Custode è diventato grande”, ringraziando “tutti coloro che hanno contribuito a rendere grande l’Angelo”. Il vescovo ha rimarcato come “amore significa conoscere il bisogno di colui e colei che diciamo di amare”. E la storia dell’Angelo Custode riguarda un bisogno, a cui si dà risposte non solo con i servizi ma la sua forza “è la comunità”. Mons. Beschi ha citato le parole di Papa Leone, quando dice che “la vita è fatta di incontri, durante i quali emerge ciò che siamo”. Parlando poi della parabola del samaritano che “si ferma perché è un uomo davanti a un altro uomo che ha bisogno di aiuto”. E ha messo in evidenza anche l’importanza delle crepe, le debolezze, che “lasciano entrare la luce di Dio”.