
“Giovanni Paolo II ha richiamato con forza la responsabilità dei cattolici nella storia. Ci chiese di far rivivere le nostre radici nel presente, con una fede ancorata alla predicazione apostolica, capace di favorire il progresso civile”. Lo afferma, in un’intervista al Sir, il card. Giuseppe Betori, ricordando la Lettera ai vescovi italiani del 6 gennaio 1994 e la Grande preghiera per l’Italia: “Ci invitò a essere consapevoli della nostra identità culturale e a spenderla per il bene dell’intera comunità nazionale”. Nell’azione pastorale della Cei, “sotto la guida della Presidenza e in particolare del card. Ruini, trovava espressione la volontà del Papa: l’evangelizzazione era l’orizzonte da cui scaturiva ogni scelta”. Decisivo il convegno di Palermo (1995): “In quel contesto maturò l’avvio del progetto culturale della Chiesa italiana, con cui si cercò di intercettare le problematiche culturali e sociali del presente per illuminarle con la parola del Vangelo”. E conclude: “San Giovanni Paolo II ci ricordò che il nostro non poteva essere il tempo della conservazione dell’esistente ma della missione”.