Mentre dal Venezuela non si hanno ancora notizie del cooperatore italiano Alberto Trentini, arrestato da due mesi senza che si abbiano notizie, si alza la pressione sulle autorità del Paese rispetto alla sorte dei detenuti politici, molti dei quali “desaparecidos”. In una lettera ai confratelli, pervenuta al Sir, il generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa, venezuelano, interviene chiedendo la liberazione di Carlos Correa, attivista, difensore dei diritti umani, presidente dell’ong Espacio publico, impegnato anche ecclesialmente. E fa cenno alla “arbitrarietà” delle autorità del Paese, “nei confronti di coloro che rischiano nella difesa dei diritti umani, della libertà di pensiero e di espressione, indubbiamente garantiti dalla Costituzione bolivariana del Venezuela”.
Scrive padre Sosa: “Conosco bene l’impegno di Carlos Correa nella lotta per una vita dignitosa per tutto il popolo venezuelano, lotta in cui è impegnato da decenni, con costanza e coraggio. Mi unisco a sua moglie Mabel e alle tante voci che chiedono a gran voce la sua liberazione, informazioni sulla sua sorte e attenzione al suo delicato stato di salute. È chiaro che queste voci chiedono anche la liberazione di decine di fratelli e sorelle scomparsi, imprigionati senza un giusto processo e sottoposti a condizioni di vita lontane dai valori su cui si fonda la nazione venezuelana. La repressione indiscriminata non è la soluzione alle tensioni politiche che possono essere risolte solo attraverso il dialogo e il negoziato, basati sul riconoscimento e sul rispetto della dignità di tutte le persone, anteponendo il bene comune a qualsiasi interesse individuale. Appoggio ciò che la Compagnia di Gesù, insieme a tutta la Chiesa in Venezuela, sta facendo per difendere la vita umana e la giustizia sociale”.
Anche l’Università Cattolica Andrés Bello di Caracas ha condannato, in una nota, la “detenzione arbitraria e la sparizione forzata” di Carlos Correa. In un comunicato, l’Università ritiene che vi sia “il fondato timore che il professor Carlos Correa… sia vittima di un’ingiusta persecuzione penale, a causa del suo status di difensore dei diritti umani”. La nota ricorda, inoltre, che la condizione di sparizione forzata è una “pratica proscritta dall’articolo 45 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela”.