Ue: Mattarella, “problemi non aspettano”, necessaria “riforma del processo decisionale”. Procedere su “difesa comune” e “sistema finanziario”

Per l’Ue sono necessarie “riforme di carattere economico, naturalmente, per aumentare la capacità competitiva dell’Unione, per essere più presente, con propri campioni, nei settori strategici che sempre più condizionano le prospettive di produzione. Ma vi sono poi altre esigenze di riforma che sono di carattere istituzionale”. Lo ha dichiarato alla stampa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine della Riunione informale dei capi di Stato in occasione del ventennale dell’adesione slovena all’Unione europea.
Il capo dello Stato ne ha volute indicare tre, “che mi sembrano indispensabili”. “La prima – ha spiegato – riguarda le modalità del processo decisionale dell’Unione europea. Nel mondo di oggi sempre più i problemi nascono velocemente e richiedono risposte tempestive. E chi le fornisce prima, orienta la soluzione ai problemi del mondo”. “L’Unione europea non è in questa condizione”, ha ammonito Mattarella, per il quale “deve avere un processo decisionale che le consenta di assumere decisioni efficaci, tempestivamente, perché – ripeto – i problemi non aspettano. Li risolvono altri, altrimenti, e l’Unione rimane spettatrice, con i suoi Stati membri, nelle soluzioni recate da altri”. “Una seconda riforma – ha proseguito – riguarda la difesa comune dell’Unione che, venticinque anni fa a Helsinki, sembrava a portata di mano. È indispensabile venga messa all’ordine del giorno, non è più rinviabile a causa dell’aggressione della Russia all’Ucraina”. “Che – ha precisato – non è un’alternativa alla Nato; è, al contrario, il rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza, che oggi spende somme ingenti con ridotte capacità operative di difesa. Mettendole insieme, in difesa comune, renderebbero enormemente di più, quanto a capacità”. Infine, “una terza proposta riguarda il sistema finanziario dell’Unione, che va completato. È monco, oggi. Un sistema finanziario non completo non può reggere a lungo, altrimenti crolla, si dissolve, travolgendo anche l’economia dei Paesi membri”.

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