Ilva: card. Zuppi (Cei), “a Taranto un disastro, fare disamina seria”

“Ancora oggi il rischio che la giustizia sociale, che comprende anche diritto al lavoro, sia in contrasto con l’ambiente, la tutela della salute e l’ecologia, non è risolto. Pensiamo al caso Taranto dove abbiamo un disastro. È un laboratorio, un’esposizione di tutto quello che non bisognava fare, di previsioni non ascoltate”. Così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, facendo riferimento all’Ilva della Città dei due Mari, l’acciaieria da anni al centro di in una grave vicenda ecologica per l’inquinamento atmosferico e delle zone circostanti. Intervenendo al convegno “In dialogo: per costruire giustizia sociale e ambientale”, svoltosi oggi a Bologna nella Sala Farnese di Palazzo d’Accursio, il porporato ha sottolineato che “se la politica non sa prevedere, non svolge il proprio ruolo e vuol dire che sono altre le pressioni che determinano le scelte. Si sta molto poco attenti alle previsioni, quindi c’è molto opportunismo immediato. Sul caso Taranto è necessario fare una disamina seria di tutti gli errori compiuti in giustizia sociale e ambientale”. L’evento è stato promosso da Forum disuguaglianze e diversità, Caritas Italiana e Ufficio nazionale per i Problemi sociali e il lavoro della Cei, con il sostegno dell’Alleanza per le transizioni giuste, per approfondire i nodi cruciali che la società italiana si trova ad affrontare, aggravati dalla crescita esponenziale delle disuguaglianze in molteplici forme e dall’accelerazione preoccupante della crisi climatica. Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum disuguaglianze e diversità ha spiegato che la situazione di Taranto si poteva risolvere “dieci anni prima quando è stata privatizzata. Il caso doveva essere affrontato in modo diverso”.

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