Disforia di genere: Scienza & Vita Catania, bloccato convegno da un gruppo di manifestanti

Il convegno dal titolo “La disforia di genere nei minori e la ‘carriera alias’ negli istituti scolastici” organizzato per il 19 e 20 aprile nei locali dell’Università di Catania è stato bloccato da un gruppo di manifestanti: secondo quanto si legge su alcune testate giornalistiche online, ne è stato impedito lo svolgimento perché il convegno sarebbe stato “pericoloso nei contenuti”. In realtà, nessun contenuto è stato veicolato, perché il gruppo che ha urlato e occupato i corridoi all’interno dell’Aula Magna del Rettorato non ha permesso che le relazioni scientifiche avessero inizio. Lo riferisce una nota del Direttivo di Scienza & Vita – sede di Catania, che si chiede “come si può sapere di cosa avrebbero parlato i relatori se non si dà loro la possibilità di farlo?”. “Forse, se si fosse provato ad ascoltare si sarebbe scoperto che le posizioni dei relatori non erano ‘anti’ e ‘discriminatorie’ e che non tutti coloro che sarebbero intervenuti condividevano le stesse posizioni. Ma è stato affermato da alcuni ragazzi in aula che ‘non serve ascoltare: sappiamo già quello che verrà detto’”.
Il gruppo di manifestanti ha chiesto libertà di parola ed è stata loro accordata – riferisce il direttivo –: hanno detto quello che pensavano. “Ma quello stesso gruppo ha impedito ai relatori di parlare. Ha occupato l’Aula Magna del Rettorato imponendo a quanti non la pensassero come loro di uscire fuori; chi cercava di rimanere è stato spinto fuori dalla pressione dei manifestanti. Non è impedendo lo svolgimento di un convegno scientifico che si riesce a dimostrare di avere ragione: solo partecipando in maniera costruttiva ai lavori del convegno, negli spazi a ciò appositamente dedicati (anche un portavoce dell’Arcigay aveva preparato il suo intervento, che non ha potuto presentare) si può ragionare insieme su questioni che interessano ognuno di noi. Siamo perfettamente convinti che la libertà di espressione è un diritto, all’Università come ovunque. Ma è un diritto per tutti, nessuno escluso”.

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