Commercio di armi: associazioni e movimenti cattolici chiedono di salvare la legge 185/90. Acli, “no ad un’economia di morte”

“La legge 185 del ’90 che regola l’esportazione di armi è una grande conquista della nostra società e non deve essere svuotare”. Così Stefano Tassinari, vicepresidente delle Acli, durante la conferenza stampa organizzata questa mattina a Roma dalle associazioni e dai movimenti cattolici. Acli, Azione Cattolica italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari Italia, Movimento Pax Christi Italia e Associazione Guide e Scouts cattolici italiani hanno rivolto un appello a tutti i Parlamentari affinché non votino alla Camera le modifiche alla legge 185/90. Come ha denunciato “Rete italiana pace e disarmo”, il rischio è quello di perdere la trasparenza sulle banche che finanziano il settore delle armi e di sottrarre al controllo di Parlamento, società civile e opinione pubblica le informazioni precise e dettagliate sulle esportazioni dei materiali militari svolte dalle aziende.
“Oggi – ha sottolineato Tassinari – dobbiamo raccontare anche la storia delle nostra responsabilità. Siamo in questa situazione drammatica per un vuoto di politica estera, un vuoto che abbiamo creato in nome dell’interesse economico di pochi. Sappiamo che quegli interessi fanno anche il Pil del Paese, ma dobbiamo essere consapevoli che facendo un’economia di morte erediteremo solo morte”. “Questa economia non può dare un futuro ai nostri figli”, ha ammonito, osservando che “non ci rendiamo conto che questa guerra globale a pezzi si sta avvicinando al nostro territorio. Noi sosteniamo da tempo che il vero realismo è quello della pace e che occorre impegnarsi in un’offensiva diplomatica di pace, come ha fatto Papa Francesco. Aver scelto sempre e solo la via del commercio delle armi ha creato un mondo più insicuro e ingiusto”. “Tutte le guerre che apparentemente abbiamo vinto come Occidente hanno causato situazioni peggiori di prima, come in Libia”, ha rilevato il vicepresidente delle Acli, secondo cui “questa linea non ha pagato e con questo vuoto di politica rischiamo di raccogliere solo macerie. Non ci sarà né pace né giustizia se non si impone la regola della tregua”. “Noi delle Acli siamo impegnati da tempo anche per la firma del trattato sull’abolizione delle armi nucleari e saremo in piazza di nuovo sabato prossimo a Roma. Dobbiamo mobilitarci per la pace e per salvare la legge 185”, ha concluso.

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