Diocesi: mons. Renna (Catania), “riscoprirci popolo che costruisce la sua città attraverso un ‘noi’ comunitario”

“Da chi inizia la responsabilità? Da noi che in questi giorni gridiamo: ‘Cittadini, viva sant’Agata!’, dai cristiani che pregano il ‘Padre Nostro’ e sentono che esso impegna a vivere secondo quello che è il riassunto di tutto il Vangelo. Le comunità parrocchiali, quelle religiose, le associazioni e i movimenti, sentano di dover vivere secondo lo stile del “Padre Nostro”. Lo ha detto l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nel suo messaggio alla città durante la sosta della processione di sant’Agata a piazza Stesicoro. “Da dove cominciare, quindi? Sarebbe facile dire: ‘dai politici’, ma temo che parlare solo di loro ci faccia dimenticare che in un paese democratico tutti si devono sentire corresponsabili. Per questo dico a tutti: ‘Non fuggiamo dal nostro ruolo di protagonisti della vita sociale, rinunciando a pensare, a votare e lasciandoci invece guidare ciecamente dove altri vogliono portarci'”.
Soffermandosi sul fatto che “uno dei rischi del nostro tempo è il populismo”, il presule ha ribadito l’importanza di “riscoprirci popolo che costruisce la sua città attraverso un ‘noi’ comunitario”; “partecipiamo alla cura delle nuove generazioni, dei vostri figli”. L’auspicio è che “frequentino la scuola, ve lo ripeto ancora! Che frequentino scuole che assicurino loro lavoro, in una città nella quale si sta investendo sulle nuove tecnologie. Partecipiamo a renderla bella e dignitosa, perché Catania è città da abitare, nella quale accogliere pellegrini e turisti, nella quale integrare immigrati. Abitiamola tenendola pulita, rendendola più bella a partire dal nostro quartiere, e sentiamo che alcune zone a lungo tralasciate sono parte della nostra città e non vanno cancellate, ma rigenerate”.
Al termine del suo messaggio, mons. Renna ha sottolineato che “il volto di Agata ci chiede di abitare la sua e nostra città con amore, con quella carità che ‘è al cuore di ogni vita sociale sana e aperta'”, ha aggiunto citando la Fratelli tutti. “La carità non è solo un atto di elemosina, ma si esprime in un’amicizia e una solidarietà da vivere nella nostra città. Si tratta di cambiare passo, di uscire da diffidenze e forse anche da tanti modi di fare, nascosti e ‘sottobanco'”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa