Germania: plenaria dei vescovi analizza sondaggio su appartenenza alla Chiesa. Numeri in calo, ma importante ruolo spirituale e sociale

Uno dei temi di fondo del lavoro dei vescovi tedeschi in plenaria ad Augusta (19-22 febbraio) è stato il confronto sul sondaggio sull’appartenenza alla Chiesa: tradizionalmente compiuto dalla Chiesa evangelica in Germania (Ekd), per questa sesta edizione è stata invitata a partecipare anche la Chiesa cattolica. I risultati del sondaggio sono stati pubblicati lo scorso novembre e il consiglio permanente della Dbk lo ha già preso in esame, ma ad Augusta si è tornati a discuterlo, insieme al Comitato centrale dei cattolici tedeschi e alla Caritas. L’obiettivo è di arrivare a tracciare “conseguenze a lungo termine per l’azione della Chiesa”. Due relazioni introduttive e sei workshop hanno offerto “numerosi punti di partenza per l’ulteriore lavoro nelle commissioni della Conferenza episcopale tedesca”.
Se è vero che i numeri degli appartenenti alle chiese “continuano a essere in caduta libera”, ha sintetizzato mons. Bätzing in conferenza stampa, le Chiese continuano a essere i principali mediatori della fede e le persone legate alla Chiesa sono quelle più impegnate nel volontariato nella società, seppure “il grande impegno sociale è sempre meno compreso come presenza del Vangelo”. Poiché il cristianesimo si avvia verso una situazione minoritaria, la domanda che si pone è: “che tipo di Chiesa vogliamo essere in una società sempre più secolarizzata?” Da Bätzing un chiaro “no” verso il modello e l’atteggiamento “settario”, chiuso e ripiegato. Per la Chiesa tedesca la risposta sta nella capacità di apertura “inclusiva e creativa”, testimoniata in Germania da comunità cattoliche che già vivono da tempo in una situazione di forte minoranza.
In plenaria i vescovi hanno parlato anche di Sinodo – di quello universale e del cammino sinodale tedesco – e nella sintesi conclusiva mons. Bätzing ha tenuto a precisare che “prendiamo molto sul serio la lettera arrivata da Roma” pochi giorni or sono, e che ha imposto uno stop al voto sullo statuto del Comitato sinodale, già istituito, voto che era previsto nell’agenda dei lavori di Augusta. “Vediamo la necessità di una buona e proficua comunicazione con i responsabili a Roma e presto faremo fare un passo avanti a questi confronti, iniziati nel luglio dello scorso anno”, ha aggiunto il presidente dei vescovi. “Vorrei fare tutto il possibile per rispondere alle preoccupazioni di Roma, espresse nella lettera”, ha sottolineato Bätzing. “La sinodalità non vuole indebolire ma rafforzare il ministero episcopale. Siamo convinti che questo è anche ciò che vogliamo con il Cammino sinodale. Non vogliamo limitare in alcun modo l’autorità del vescovo o dei vescovi”. Abusi nella Chiesa, Ucraina, conflitto in Terra Santa, Colombia, anno santo 2025 tra gli altri temi di confronto nella plenaria dei vescovi.

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