Papa Francesco: a Confartigianato, “diventare compagni di strada, in mezzo alla cultura dell’indifferenza”

(Foto Vatican Media/SIR)

“I piedi. Le mani, gli occhi… e ora i piedi”. Papa Francesco, ricevendo stamattina in udienza, in Aula Paolo VI, le Delegazioni della Confartigianato, ha portato l’attenzione su “tre membra del corpo: le mani, gli occhi e i piedi” a cui è connesso il lavoro dell’artigiano. “I prodotti che escono dalle vostre attività camminano per il mondo intero e lo abbelliscono, rispondendo ai bisogni della gente – ha evidenziato il Pontefice -. L’artigianato è una strada per lavorare, per sviluppare la fantasia, per migliorare gli ambienti, le condizioni di vita, le relazioni. Per questo mi piace pensarvi anche come artigiani di fraternità. La parabola del buon samaritano (cfr Lc 10,29-37) ci ricorda questo artigianato delle relazioni, del condividere insieme. Il samaritano si è fatto prossimo, si è chinato e ha rialzato l’uomo ferito rimettendolo in piedi e ungendolo di dignità attraverso i gesti della cura”. Così “la parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune”, ha detto il Santo Padre, riprendendo l’enciclica “Fratelli tutti”, al n. 67. “I nostri piedi ci consentono di incontrare molte persone cadute lungo la strada: attraverso il lavoro possiamo permettere loro di camminare con noi. Possiamo diventare compagni di strada, in mezzo alla cultura dell’indifferenza. Ogni volta che facciamo un passo per avvicinarci al fratello, diventiamo artigiani di una nuova umanità”, ha sottolineato Francesco.
“Vi incoraggio ad essere artigiani di pace in un tempo in cui le guerre mietono vittime e i poveri non trovano ascolto. Le vostre mani, i vostri occhi, i vostri piedi siano segno di un’umanità creativa e generosa. E il vostro cuore sia sempre appassionato della bellezza”, l’invito del Papa, che ha concluso: “Grazie per il bene che realizzate. Vi affido alla protezione di San Giuseppe, che custodisca voi, le vostre famiglie e il vostro lavoro. Vi benedico di cuore. E vi chiedo per favore di pregare per me”.

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