Giubileo 2025: mons. Trevisi (Trieste), “auguro a ciascuno un anno di ininterrotto pellegrinaggio interiore”

“Con Maria, con Giuseppe e con Gesù noi siamo pellegrini di speranza. Ovunque, anche dentro le fatiche delle varie stagioni della vita: noi siamo in cammino, ma con la presenza rassicurante del Signore, che mai ci abbandona. In quest’Anno Santo invito ciascuno ad aprire il cuore al Signore, a coltivare il proprio personale rapporto con il Signore. Anche a te ripete: ‘Io sono la via, la verità e la vita’ (Gv 14,6). Tu hai il potere di aprigli il tuo cuore”. Lo ha detto, ieri, il vescovo di Trieste, mons. Enrico Trevisi, nella messa di apertura del Giubileo.
“Auguro a ciascuno un anno di ininterrotto pellegrinaggio interiore, in cui sempre ci rimettiamo dietro al Signore, con lo sguardo fisso su di Lui, Admirantes Jesum. E anche quando siamo stanchi impariamo a saperlo riconoscere al nostro fianco. E quando siamo caduti lui si fa Cireneo e ci rialza”, l’auspicio espresso dal presule.
Il pellegrinaggio di speranza ha alcune caratteristiche: “Abbiamo una meta: è la piena comunione con il Signore che ora ancora sospiriamo; eppure già ora possiamo godere della sua pace, la vera pace, che è dono del Risorto ai suoi discepoli. Perché già ora pregustiamo qualcosa di questa comunione: per esempio quando viviamo la nostra autentica interiorità. L’ascolto del Signore, i sacramenti, la carità sincera. Lo facciamo con le nostre gambe (c’è qualcosa che compete a ciascuno di noi) ma anche insieme, come in famiglia: vogliamo sperimentare l’essere Chiesa, il camminare insieme, nel reciproco sostenerci e aiutarci. E faccio ancora appello al volontariato, alla gratuità del servizio e del prendersi cura gli uni degli altri. Lungo il nostro peregrinare ci sono esperienze di ristoro, oasi in cui riprendere energie: diamo spazio alle varie proposte per alimentare la nostra fede e la nostra spiritualità e la riconciliazione con Dio e con i fratelli. Osiamo spendere tempo per la nostra vita interiore, per la cura della nostra spiritualità. Il pellegrinaggio non ci esime, anzi ci sprona all’impegno per la giustizia, per una vita in comunione con il Signore ma che passa per la comunione con ammalati, disabili, vicini di casa, familiari, colleghi, poveri, profughi, scartati…. Moltiplichiamo i segni concreti che siamo nel cammino del Signore e non vagabondi pericolosi e inaffidabili”.
Augurando “buon Giubileo a tutti”, mons. Trevisi ha concluso: “Faremo tante iniziative in diocesi, e altre a Roma. Ma ciascuno sia gioioso pellegrino di speranza in ogni suo giorno, in ogni sua relazione. Aprite gli occhi e riconoscete che il Signore sarà al vostro fianco, in ogni vostro passo, per sostenervi, per correggervi, per incoraggiarvi, per rialzarvi. Ecco la speranza. ‘Non temere: Io sono con te’, ti ripete anche oggi il Signore, fondamento della nostra speranza”.

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