
Con la presenza di circa tremila persone, anche nella diocesi di Cagliari si è aperto ieri l’Anno Santo 2025. I riti solenni hanno preso l’avvio nella chiesa dei padri Cappuccini, da dove è partita la processione per alcune vie cittadine, guidata dall’arcivescovo Giuseppe Baturi, verso la cattedrale. Durante il pellegrinaggio è stata condotta la croce costruita e donata dai detenuti della casa circondariale “Ettore Scalas” di Uta, quale segno di speranza. Presenti i fedeli, il clero diocesano, le associazioni laicali, le autorità civili e religiose. Nell’omelia monsignor Baturi ha invitato la comunità a mettersi in cammino come pellegrini di speranza. L’arcivescovo ha sottolineato che “la speranza cristiana non è un sentimento vago, ma una certezza fondata sull’amore di Dio”. “Occorre scegliere – ha detto – occorre determinarsi per farsi protagonisti del tempo e imprimere noi la direzione del cammino”. Mons. Baturi ha indicato l’Anno giubilare come un’opportunità per rispondere allo sguardo d’amore del Signore e invitato tutti a cercare Gesù per ritrovare speranza anche nei momenti di angoscia: “Smarrire Gesù provoca angoscia. Cosa è la vita senza la speranza che Egli infonde?”. Nell’esempio della Santa Famiglia, l’arcivescovo ha individuato un modello per la vita cristiana: amore come servizio e obbedienza a un compito. Ha evidenziato come la speranza cristiana sia motore di trasformazione del mondo, capace di rinnovare ogni ambito della vita: dalla politica all’economia, dalla cultura all’educazione. “Riprendiamo a sperare – ha concluso -, non restiamo fermi, rinchiusi nelle nostre delusioni o dentro la nostra presunzione. Senza speranza non c’è movimento, non c’è gusto nell’azione”. Tutte le informazioni sul Giubileo nella diocesi di Cagliari sono nella sezione dedicata del sito.