Giubileo 2025: mons. Maffeis (Perugia-Città della Pieve), “apri il tuo cuore e in te troverà casa la speranza di vita di tuo fratello”

(Foto diocesi di Perugia-Città della Pieve)

“Mettersi in ascolto esprime la disponibilità a lasciarsi interrogare dalla vita della gente e a non far venire meno il nostro contributo di credenti. Ci siamo presi quest’impegno camminando insieme verso la cattedrale. Vi siamo entrati con umiltà, da mendicanti di speranza quali siamo. Come i pastori del presepe, come i Magi dell’Oriente, bussiamo alla porta di Colui che rimane la risposta alle attese più profonde del cuore umano”. Lo ha sottolineato ieri mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nell’omelia della messa di apertura del Giubileo a livello diocesano.
“Lui, il Bambino di Betlemme, il Crocifisso e il Risorto, è la nostra speranza. Lui, porta santa e volto misericordioso del Padre, ci assicura che non siamo gettati e abbandonati in un’esistenza assurda; Lui, via del ritorno a casa, restituisce un significato buono al nostro presente e ci rende testimoni di speranza dove questa è andata perduta”, ha aggiunto il presule.
“I segni di questa speranza li puoi riconoscere in quanti, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si spendono in modo silenzioso e fedele per il bene degli altri – ha sottolineato l’arcivescovo -. La speranza fiorisce dove è sostenuto il desiderio di generare e la vita, dal concepimento in poi, è custodita nella sua sacralità. La speranza fiorisce dove una mano amica aiuta i giovani a non scivolare in gesti autodistruttivi; dove ci si fa carico della sofferenza della persona malata come della solitudine di quella anziana; dove chi vive condizioni di disagio incontra opportunità per rialzarsi; dove le attese dei migranti non sono umiliate da pregiudizi e chiusure; dove le giornate lunghe e vuote dei carcerati incontrano opportunità di studio e di lavoro, che dischiudono percorsi di reinserimento sociale”.
Ancora, “la speranza fiorisce dove si costruiscono i presupposti etici per far sì che i beni della terra non restino privilegio di pochi, il debito dei Paesi impoveriti venga ridotto, le spese militari si convertano per eliminare finalmente la fame e sulla violenza della guerra prevalga la ricerca della giustizia, della convivenza e della pace. La speranza fiorisce dove le relazioni bloccate sono rinnovate dalla forza del perdono”.
Mons. Maffeis ha concluso: “La porta santa è aperta. Sia tale anche il tuo cuore e in te troverà casa la speranza di vita di tuo fratello”.

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