Nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna e nelle altre arcidiocesi e diocesi austriache, si sono svolte ieri le funzioni di apertura del Giubileo. I vescovi hanno sottolineato l’importanza della “speranza vissuta”: e se il pellegrinaggio a Roma e il passaggio attraverso le Porte sante costituiscono il fulcro dell’Anno santo, qualora non fosse possibile recarsi a Roma si potranno visitare le chiese giubilari del Paese. Durante la funzione di apertura dell’Anno santo, l’arcivescovo di Vienna, card. Schönborn, ha sottolineato, nel duomo della capitale, di non credere al detto “la speranza è l’ultima a morire” e ha affermato: “La caratteristica della speranza è che non muore perché va oltre la morte”. Si può perdere la speranza, “ma la vera speranza va oltre la morte. Senza fede nella vita eterna, la speranza non è speranza”. In vista dell’anno giubilare è importante che i “pellegrini della speranza” realizzino nella propria vita l’immagine della Porta santa. “Simboleggia la misericordia, la riduzione del debito e la riconciliazione”, ha affermato il cardinale. Nell’Anno santo ognuno può e deve “aprire la porta del proprio cuore a Dio e al prossimo”. A Salisburgo l’Anno santo è iniziato con una processione e una liturgia nel duomo, presieduta dall’arcivescovo Franz Lackner, concelebrata, tra gli altri, dall’arciabate Korbinian Birnbacher dell’abbazia di San Pietro. “Iniziamo una ricerca nella nostra Chiesa, tra di noi e dentro di noi, per riscoprire il santo in mezzo a noi e rinnovare la speranza incontaminata della salvezza”, ha detto l’arcivescovo, presidente della Conferenza episcopale austriaca, nell’omelia.