“Oggi inauguriamo un cammino speciale, quello dell’anno giubilare della speranza. Un cammino che ci invita a varcare nuove porte, di luce, di fede e di riconciliazione”. Lo ha detto l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Maurizio Aloise, aprendo l’Anno giubilare in diocesi con una celebrazione nella cattedrale di Corigliano Rossano. “Il Giubileo – per il presule rossanese – non è solo un evento liturgico, ma un invito a tutti noi a riscoprire la speranza come cuore pulsante della nostra vita cristiana. Un invito a rinnovarci e a costruire insieme un cammino di comunione che si fonda sulla misericordia di Dio”. Mons. Aloise ha anche ricordato l’importanza di attraversare le porte delle chiese giubilari “luoghi in cui sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza”. Altrettanto importanti come quelle dei santuari ufficiali sono le porte “che quotidianamente attraversiamo, quasi senza accorgercene, ma che ci portano a luoghi dove la speranza può crescere , può fiorire e portare frutti: per noi , per gli altri, per tutti”. Mons. Aloise ne propone sette, “augurandovi di passare attraverso questi santuari con coraggio, fiducia e speranza”. “Il fratello e la sorella diverso da me”: “L’altro da cui distogliere immediatamente lo sguardo, l’altro che mi ha ferito, l’altro che è stato causa di dolore e di conflitto ancora aperto. Il passo da fare, la soglia da attraversare verso di noi potrebbe essere quello del dialogo, del sorriso, della comprensione o addirittura quello della riconciliazione del perdono e dell’amore, con il desiderio di costruire ponti e non alzare muri”. “La famiglia”: “È in essa che la speranza può crescere attraverso la cura reciproca, l’ascolto, la stima, il rispetto il dialogo. Varcare la soglia del santuario che è la famiglia significa valorizzare tutti, grandi e piccini, malati e anziani. Prendersi cura dei più fragili e vulnerabili significa riscoprire la gioia dello stare insieme, la tenerezza di un abbraccio, di una carezza, magari rinunciare a qualche ora di televisione o di telefonino per giocare insieme e ascoltare, sedersi a tavola insieme”. “La comunità”: “Varcare la soglia della comunità significa vivere appieno il nostro battesimo”. “Poveri e bisognosi”: “Un ulteriore soglia che in questo anno vi chiedo di attraversare è quella che ci conduce verso i poveri e i bisognosi. Il santuario che è il povero è tra i più nascosti vulnerabili e sensibili della nostra società. Su loro e su come ci accostiamo a loro, si misura la nostra appartenenza a Gesù. Oggi però corriamo il rischio di abituarci alle loro sofferenze, ai loro disagi, alle loro richieste. Di rassegnarci alla loro situazione, dimenticando la nostra responsabilità e il nostro impegno di cristiani in quest’anno giubilare”. “La terra”: “La nostra madre terra, la nostra casa comune che anch’essa è un santuario. Da custodire e da perseverare. È il santuario sul quale camminiamo ogni giorno tutti noi. Che questo anno giubilare sia l’occasione per adottare nuovi comportamenti, nuovi stili di vita più sostenibili, ripulendo magari gli spazi pubblici, restituendo alla natura la sua bellezza e la terra alle future generazioni”. “La ‘nostra’ città”: “Per noi cristiani la città è innanzitutto il luogo in cui siamo chiamati a vivere i valori evangelici, in particolare l’onestà, la giustizia, la solidarietà, la legalità e la cura per il bene comune. Le nostre città sono dei veri e propri luoghi sacri ricchi di storia di tradizioni. Siamo invitati a fare delle nostre città un santuario, un luogo di vita e di speranza”. E ancora “Dio”: “Potrà essere l’opportunità per riscoprirlo nella preghiera, nella meditazione personale, della parola di Dio, nella celebrazione dei sacramenti”. L’Anno giubilare – ha concluso mons. Aloise – è “una grande opportunità per varcare le soglie di questi simbolici santuari e di altri che lo Spirito Santo potrà suggerire al vostro cuore. Attraversiamo questi santuari con la libertà dei figli di Dio, con impegno, con amore, fiducia nel futuro. Sentiamoci tutti impegnati ad agire concretamente, a trasformare, trasfigurare la nostra vita, la nostra città, la nostra famiglia, il nostro mondo in luoghi di giustizia, di verità e di pace. La speranza non resti soltanto una bella parola, ma diventi realtà nel vissuto di ogni giorno”.