Giubileo 2025: mons. Pavanello (Adria-Rovigo), “ci spinga a mettere da parte pregiudizi e incomprensioni per realizzare una vera comunione di intenti e di opere”

“L’anno del Giubileo è un tempo per rimettere ordine nella propria vita dando a Dio quello che gli appartiene e rendendo fraterne le relazioni con il prossimo”. Lo ha detto ieri il vescovo di Adria-Rovigo, mons. Pierantonio Pavanello, nella messa di apertura del Giubileo.
“Anche noi, Chiesa di Adria-Rovigo, non dobbiamo perdere l’occasione che il Giubileo ci offre. È veramente un dono che ci viene fatto in questo tempo difficile e drammatico sia dal punto di vista sociale che ecclesiale. A questo proposito vorrei sottolineare due temi che in quest’Anno giubilare vorrei venissero affrontati e assimilati”, ha aggiunto.
Il primo riguarda “uno sguardo diverso sulla situazione della nostra Chiesa”: “Di fronte ai cambiamenti in atto siamo tentati di pensare che non abbiamo più chance e che la causa della fede e del Vangelo è persa in partenza: di qui la lamentela, il pessimismo, la rassegnazione, la nostalgia del passato. Occorre invece che ci mettiamo nella prospettiva di chi è all’inizio di un nuovo cammino: il Giubileo ci ricorda proprio, questo che cioè il Signore ci dona sempre la possibilità di ricominciare aprendo nuove strade anche dove noi non le vediamo. Questo cambiamento d’epoca non è la fine dell’esperienza cristiana, ma solo di un certo modo di essere cristiani e di fare chiesa: se ci radichiamo nuovamente in Cristo e nel suo Vangelo possiamo essere protagonisti di un percorso nuovo di vita cristiana”.
Un secondo tema riguarda “la riconciliazione all’interno della comunità cristiana”: “Mi riferisco in particolare al presbiterio, ai rapporti all’interno delle singole comunità parrocchiali, tra parrocchie vicine, tra gruppi e associazioni. A prescindere da situazioni di conflitto, che pure purtroppo esistono, vedo tanta difficoltà a mettere da parte il protagonismo individuale e di gruppo per lavorare insieme. Il Giubileo ci spinga a mettere da parte pregiudizi e incomprensioni per realizzare una vera comunione di intenti e di opere”.

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