Rimesse immigrati: Fondazione Moressa, media pro-capite 136 euro al mese. “Sostegni diretti alle famiglie, alleviano le povertà”

“Rapportando le rimesse inviate e la popolazione residente per ciascun Paese d’origine, si ottiene il valore medio pro-capite. Mediamente, ciascuno dei 5 milioni di residenti stranieri ha inviato 136 euro al mese in patria. Osservando le prime 20 comunità straniere presenti in Italia, i valori massimi si registrano tra i cittadini del Bangladesh (628 euro medi pro-capite). Il Pakistan è il secondo Paese più attivo, con 435 euro al mese pro-capite, seguito da Senegal (330 euro) e Filippine (327 euro)”. Si tratta di valori indicati nella ricerca sulle rimesse degli immigrati in Italia, riferite al 2022, presentate in una ricerca della Fondazione Moressa. “Oltre un quinto delle rimesse parte dalla Lombardia (1,85 miliardi). La seconda Regione è il Lazio, con 1,22 miliardi. Seguono Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, tutte con più di 600 milioni di euro inviati nel 2022”. A livello di singole Province, Roma supera il miliardo di euro inviato nel 2022. Segue Milano, con 917 milioni. Quasi un quarto di tutte le rimesse italiane parte da queste due città. Seguono Napoli e Torino, rispettivamente con 363 e 282 milioni di euro.
Secondo i ricercatori della Fondazione Leone Moressa, “il volume delle rimesse inviate in patria dagli immigrati in Italia rimane elevato. Si tratta di un canale importante per il sostegno diretto alle famiglie, con risorse che finanziano istruzione, sanità e piccoli investimenti. Vanno poi aggiunti i flussi informali (regali, denaro consegnato a mano), frequenti soprattutto versoi Paesi più facilmente raggiungibili. Importante, inoltre, l’azione di controllo e prevenzione delle irregolarità, per evitare che questi strumenti siano utilizzati per evadere il fisco o finanziare attività illecite”.
La stessa Banca mondiale riconosce che “le rimesse sono una fonte vitale di reddito familiare per i Paesi a basso e medio reddito. Alleviano la povertà, migliorano i risultati nutrizionali e sono associati a un aumento del peso alla nascita e a tassi di iscrizione scolastica più elevati per i bambini delle famiglie svantaggiate”.

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