Nagorno-Karabakh: appello delle Chiese all’Unione europea per la popolazione nel Lachin, 120.000 persone senza cibo, medicine e elettricità. “Diritti umani violati”

(Foto ANSA/SIR)

Popolazione completamente isolata, senza cibo, medicine, elettricità e carburante. La situazione nel Lachin è grave. È la denuncia anche del Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) e della Conferenza delle Chiese europee (Cec) che hanno inviato una lettera congiunta all’Unione europea, per chiedere di attivarsi affinché sia immediatamente tolto il blocco del Nagorno-Karabakh riaprendo il corridoio di Lachin. “La crisi umanitaria nell’enclave bloccata del Nagorno-Karabakh (Artsakh) si sta intensificando a livelli tragici di esperienze con  privazioni e sofferenze prolungate dei civili”, si legge nella lettera. “Siamo, quindi, spinti a sottolineare l’urgenza di trovare soluzioni alla crisi in corso”. Entrambe le organizzazioni ribadiscono la necessità di “un’azione urgente e immediata da parte della comunità internazionale”. “Il corridoio di Lachin è l’unica strada che collega la regione all’Armenia ed è stato bloccato per più di sette mesi, compromettendo gravemente la vita e le condizioni di vita di 120.000 persone”, compresi 30 mila bambini, si legge nella lettera. Alla gente mancano cibo, medicine, elettricità e carburante. “I loro diritti umani fondamentali vengono sempre più violati quotidianamente”. “Ribadiamo la nostra ferma convinzione che una pace duratura possa essere costruita solo sul genuino impegno di tutte le parti interessate nei negoziati che prendono sul serio il pieno rispetto di tutti i diritti umani e la libertà fondamentale di tutte le persone sulla base della fiducia e del rispetto reciproci”.

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