Ordinariato militare: celebrata la festa di Santa Barbara, patrona della Marina. Mons. Marcianò (Omi) a marinai, “vostro cuore grande può trasformare il mare”

(Foto Omi)

“La lotta contro il male e l’impegno per la giustizia”: sono questi i due atteggiamenti da assumere quando “si segue Gesù facendo della croce uno strumento di comunione”: lo ha detto l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò che stamattina nella basilica di San Giovanni in Laterano (Roma), ha celebrato la messa per la festa di santa Barbara, patrona della Marina militare, alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali, dei vertici della Difesa, della Marina e delle diverse Forze Armate. Vi hanno preso parte anche rappresentanze dei Vigili del fuoco, di Genieri ed Artiglieri. “Se ci mettiamo nell’atteggiamento di lottare contro il nostro male, possiamo affrontare nel modo giusto la fatica di ogni giorno, le sconfitte di ogni giorno, il dolore di ogni giorno; i martiri – ha spiegato Marcianò – non portano solo la propria croce ma quella degli altri, portano la croce di Gesù. Essi, infatti, arrivano ad accettare con amore la persecuzione, la morte che, se ci pensiamo, altro non è se non il risultato del male altrui. È così che rispondono al male con il bene”. Per l’arcivescovo castrense questo è importante “per chi, come i militari, si trova spesso dinanzi a situazioni che sono il risultato di un male enorme: pensiamo alle tante guerre, alla fame; pensiamo alla grande piaga dei profughi e dei migranti, al traffico di esseri umani…, drammi che le stesse Istituzioni, specie a livello internazionale, non sempre affrontano con un adeguato senso di responsabilità”. Mons. Marcianò ha poi parlato dell’impegno per la giustizia o meglio, come dice il Libro della Sapienza, la chiamata a “essere giusti che sono coloro che non solo rinnegano se stessi ma, per così dire, allargano l’orizzonte delle scelte e del servizio. Voi, militari della marina, operate per tutti, tutti e tutto cercate di salvare; anche i fondali marini, in cui è nascosta la preziosità della natura e la biodiversità, affidata alla vostra missione di protezione e cura del creato, oltre che della sicurezza nazionale”. Da qui l’esortazione finale: “Cari militari della Marina, andando dietro a Gesù, il vostro cuore grande può trasformare il mare, che a volte può diventare una gabbia di morte; e questo succede quando, ad esempio, voi salvate anche un solo uomo, una donna un bambino. Succede questo quando venite incontro a ogni forma di difesa, soccorso, protezione, emergenza. E proprio in questo frangente – ha concluso – vi è stato chiesto di contribuire all’assistenza, anche sanitaria, alla popolazione civile di Gaza e non solo; sempre in giro per il mondo con le vostre navi e con il vostro personale specializzato. L’orizzonte che il mare regala è, però, anche affaccio sull’Infinito: dice pienezza di umanità ma non può non ridestare la nostalgia dell’eternità, dell’Assoluto, della Bellezza, dell’Amore”.

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