Montagna: Rota (Fai-Cisl), “portare nei territori lavoro e imprese per uno sviluppo sostenibile”

“Soltanto portando nei territori il lavoro e le imprese possiamo dare al ‘sistema montagna’ uno sviluppo sostenibile, valorizzandone il patrimonio economico, ambientale e antropologico. Come organizzazione sindacale siamo in prima linea con tutti i nostri strumenti, a cominciare da contrattazione, tavoli istituzionali, campagne sociali”. Lo ha detto il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, intervenendo oggi a Roma all’Assemblea nazionale dell’Uncem, Unione delle comunità montane.
“Abbiamo il dovere di sottolineare alcuni gravi errori della politica italiana, come la presenza di leggi sulla forestazione e sul dissesto idrogeologico che non considerano le categorie lavorative coinvolte, come i Consorzi di bonifica e gli operai idraulico-forestali; poi continuiamo a consumare suolo agricolo con pannelli solari e cementificazione selvaggia: nel 2022 abbiamo consumato 2,4 metri quadrati di suolo al secondo e la nostra agricoltura ha perso 4.500 ettari; inoltre continuano il calo demografico, l’abbandono delle aree interne e dei boschi, lo spreco di acqua e cibo”, ha denunciato il sindacalista.
“In questo quadro, anziché andare avanti con la politica del giorno dopo, della conta dei danni, dei lutti, delle accuse reciproche – ha aggiunto Rota – bisogna mettere in campo tutti gli strumenti per un nuovo modello di sviluppo. Per questo stiamo proponendo alla politica un insieme di azioni concrete sulle quali ci troviamo in sintonia anche con l’Uncem: connettere le comunità montane con infrastrutture materiali e digitali e renderle inclusive anziché luoghi di svago elitario, un fisco agevolato per famiglie e imprese che vivono in montagna, agevolare l’imprenditoria agricola giovanile nelle aree interne con sgravi fiscali e sostegni ministeriali per incentivare il recupero e utilizzo dei terreni abbandonati, riformare il comparto forestale per un vero presidio umano che garantisca un uso produttivo del bosco, finanziare i cantieri forestali in modo strutturale per fare prevenzione, riqualificare il lavoro, rinnovare e applicare tutti i contratti dei settori coinvolti, attuare la legge Realacci per la valorizzazione dei piccoli comuni e la Strategia delle Green Communities, attuare il Testo unico forestale e la Strategia forestale nazionale, usare bene gli 880 milioni di Pnrr dedicati al sistema irriguo e ai boschi”.
“Su queste sfide – ha concluso il leader della Federazione agroalimentare della Cisl – il sindacato c’è ed è pronto a fare la propria parte nel pieno rispetto dei ruoli e nel solco della nostra responsabilità, autonomia e capacità di partecipazione”.

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