Diocesi: Reggio Emilia-Guastalla, la parrocchia di Canolo ricorda oggi don Grazioli, che nel 1944 fu deportato a Mauthausen e Dachau

La parrocchia di Canolo di Correggio, nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, ricorderà oggi il cinquantesimo della morte di don Mario Grazioli, che ne è stato prevosto per trent’anni. Infatti vi fu nominato il 4 aprile 1942 e resse la parrocchia fino alla morte avvenuta il 24 agosto 1942. La celebrazione eucaristica sarà presieduta, alle ore 21, da mons. Luciano Monari, vescovo emerito di Brescia. “Don Luciano, allora assistente di Azione Cattolica, più volte venne chiamato a Canolo dal canonico Grazioli per incontri formativi rivolti ai giovani della parrocchia, con i quali ha mantenuto forti legami di amicizia”, ricorda una nota.
Don Grazioli era nato a Bagno il 27 ottobre 1904, la stessa parrocchia di cui è originario l’attuale parroco don Carlo Fantini. Ordinato sacerdote dal vescovo Brettoni il 24 marzo 1928, ha svolto il suo ministero a Sesso, Roteglia, Sassuolo; dal 1931 al 1940 fu direttore dell’Istituto Bellelli di Correggio, assumendo dal 1933 al ’36 l’incarico di economo spirituale sempre a Correggio. Dopo due anni trascorsi a Lanciano come direttore spirituale del locale Seminario – era arcivescovo di quella diocesi il cavriaghese Pietro Tesauri, già parroco di San Quirino di Correggio – don Mario ricevette la nomina a parroco di Canolo, dove in precedenza aveva svolto il suo ministero don Pasquino Borghi.
Per la sua attività di appoggio alla Resistenza nel luglio 1944 venne arrestato dalle SS e deportato a Mauthausen e a Dachau; 82382 era il suo numero di matricola. Con lui fu arrestato e deportato don Enzo Neviani, cappellano dell’ospedale di Correggio. Condivise le sofferenze e le violenze a Dachau con mons. Carlo Manziana, poi vescovo di Crema, che celebrò la messa in occasione del primo anniversario della morte di don Grazioli. Rientrato in parrocchia, profuse il suo prezioso ministero sacerdotale tra i ragazzi e i giovani, diede impulso all’Azione Cattolica; animò la filodrammatica e la corale parrocchiale, era infatti cultore della musica e organista, come ricorda il parroco di Cavriago don Claudio Gonzaga, originario di Canolo e formatosi alla scuola di don Grazioli.

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