Diocesi: Caritas Bolzano-Bressanone, consegnati gli attestati di formazione a 20 operatori volontari del Servizio Hospice

(Foto: Caritas Bolzano-Bressanone)

Sono 20 i nuovi profili che inizieranno presto a lavorare come volontari del Servizio Hospice della Caritas di Bolzano-Bressanone, offrendo aiuto e sostegno a persone malate, in fin di vita o in lutto, in tutto l’Alto Adige. I nuovi operatori hanno infatti acquisito le competenze necessarie in questo ambito, completando un percorso di formazione in Val Venosta e Burgraviato. Hanno quindi ricevuto gli attestati di operatori dai responsabili del servizio della Caritas, nel corso di una cerimonia che si è tenuta presso il centro di formazione Lichtenburg. Il Servizio Hospice può ora avvalersi, nel complesso, del contributo di 200 volontari per fornire un’assistenza di alto livello. Lo rende noto oggi la Caritas diocesana altoatesina.
Nove dei nuovi volontari del Servizio Hospice della Caritas hanno completato la propria formazione presso l’istituto di formazione Lichtenburg di Nalles, mentre altri 11 presso il Castello di Coldrano della Val Venosta. In entrambi i corsi di formazione, i volontari hanno potuto acquisire le competenze teoriche e pratiche necessarie per accompagnare con delicatezza e competenza, malati gravi, persone in fin di vita o in lutto. “I partecipanti di questa edizione hanno dimostrato una grande resistenza. Anche se la pandemia ha causato diverse interruzioni e ha reso più difficile la formazione pratica, complicata da numerose precauzioni igieniche, la maggior parte degli iscritti ha saputo perseverare fino alla fine, e può dirsi ora ben equipaggiata per dare il proprio contributo al lavoro del Servizio Hospice di Bolzano, del Burgraviato e della Val Venosta”, riferisce Anita Tscholl, coordinatrice per la Caritas in Val Venosta, che ha organizzato i corsi.
I collaboratori del Servizio sono pronti a soddisfare i bisogni e i desideri delle persone gravemente malate e morenti. Sostengono i familiari e il personale impegnato nella cura e sono accompagnatori comprensivi per le persone che soffrono a causa di un lutto. “La dedizione umana, l’esperienza della vicinanza di una persona che, oltre alle cure mediche, mette a tua disposizione un po’ del suo tempo è di altissimo significato per le persone malate”, spiega Tscholl. E continua: “La vita può essere vissuta degnamente anche nei momenti più difficili. Non bisogna fare molto, ma bastano le piccole cose quotidiane: un colloquio, un momento di allegria insieme o anche una presenza silenziosa. Tutto contribuisce a regalare calore e sicurezza”. Il prossimo corso di formazione per nuovi volontari inizierà in autunno.

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