Ucraina: diocesi di Kamjanets-Podilskyj, a settembre un centro di cura per reduci della guerra. Acs finanzia la costruzione di un nuovo seminario

Gorodok (Ucraina), Centro Giovanni Paolo II (Foto SIR)

(Da Gorodok) Una clinica specializzata per la cura e il trattamento psicologico dei reduci di guerra: è l’iniziativa messa in campo dalla diocesi di Kamjanets-Podilskyj dei latini (Ucraina Occidentale) per rispondere ai bisogni provocati dal conflitto in corso e di quello del Donbass del 2014.

Don Oleksandr Khalayim (a dx) e padre Victor (economo)

Il centro di riabilitazione, spiega al Sir don Oleksandr Khalayim direttore spirituale del seminario dello Spirito Santo di Gorodok, dovrebbe aprire a fine settembre e ospitare circa 50 pazienti. Fa parte di un progetto più ampio che prevede in particolare la costruzione del nuovo seminario diocesano finanziato da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) e che dovrà ospitare 40 aspiranti al sacerdozio. È di ieri la visita al cantiere del seminario di Alessandro Monteduro, direttore di Aiuto alla Chiesa che soffre, che ha annunciato per giugno una tranche di aiuti di circa 500mila euro raccolti tra i benefattori della Fondazione pontificia.

Il progetto complessivo, che porta il nome di san Giovanni Paolo II, prevede anche un piccolo ospedale pediatrico e un centro di aiuto per famiglie segnate dalla guerra. “Il centro – aggiunge don Khalayim che con lo scoppio della guerra è stato chiamato come cappellano militare – sarà affiancato anche da una ‘palestra’ per la riabilitazione fisica dei militari. Molti hanno perso degli arti in combattimento, sono rimasti traumatizzati psicologicamente, e vogliamo farci trovare pronti. Si registrano, infatti, diversi casi di suicidi. Stiamo già provvedendo all’acquisto di macchinari ad hoc”. In questo tempo di conflitto parte del cantiere è stato adibito anche a centro di smistamento di aiuti inviati nelle diverse zone e città dell’Ucraina dove maggiore è stato l’afflusso di profughi. I Tir vengono giornalmente dalla Polonia e da altri Paesi europei a scaricare merci come abiti, cibo, medicine. Si lavora all’interno ma anche all’esterno dove verrà realizzato un grande giardino intitolato a san Giovanni Paolo II.

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