Natale: mons. Mosciatti (Imola), “questo bambino è capace di rendere nuova ogni cosa e a coloro che lo riconoscono dona una esistenza nuova”

“Il Mistero di Dio non delude la nostra attesa, il nostro desiderio, Egli è puntuale all’appuntamento con chi lo cerca e lo invoca”. Lo ha detto il vescovo di Imola, mons. Giovanni Mociatti, nella messa di Natale. “Su cosa si poggia questa speranza? Un bambino. Sembra quasi folle a pensarci – ha osservato il presule – . La speranza del mondo si regge sulla cosa più fragile e indifesa che possa venire in mente”. Paradossalmente, “è usando della fragilità di questo bambino che Dio si immischia con la vicenda degli uomini. L’origine e il senso di ogni cosa, il Mistero che ha fatto ogni cuore, colmo di esigenze di verità, giustizia, felicità e amore, si è fatto bambino, è venuto tra noi. Non c’è un annuncio più atteso di questo nella storia di tutta l’umanità”.
Eppure “eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” ci ricorda il Vangelo di Giovanni: “Che mistero grande è la libertà dell’uomo”, ha sottolineato il vescovo.
Ma “questo bambino è capace di rendere nuova ogni cosa e a coloro che lo riconoscono dona una esistenza nuova, una vita nuova. Ed oggi, oggi, in questo punto così fragile della realtà – che è la Chiesa – il Mistero si rivela ed entrando in comunione con le nostre vite, si rende visibile e incontrabile come vera possibilità di unità e di pace. Ci rende partecipi e portatori del suo nome nel mondo, ci rende collaboratori del suo disegno nel mondo. Allora, qualsiasi sia la nostra situazione di miseria, il Signore ha pietà di noi. Qui può nascere la letizia sui nostri volti. Il Signore è più forte del nostro male e trionfa in chi Lo cerca; non in chi non sbaglia, ma in chi si fida di Lui”.
Mons. Mosciatti ha ricordato: “Il Signore non si dimentica di noi, è venuto perché ci ama, e così le nostre rovine, anche le peggiori dell’esistenza, sono destinate a rifiorire, a rinascere, perché su di esse si è posato lo sguardo del Signore, colmo di bene e di amore! È nato ‘il Principe della Pace’ come lo chiama il profeta Isaia. Gli uomini sono come sono, cattivi, bellicosi, sempre pronti a recriminare, ma se trovano uomini di buona volontà, che accolgono il Signore, con il perdono e con la pazienza si comincia già a vedere e sperimentare la profezia dell’apostolo Paolo, che ‘in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo, Egli infatti è la nostra pace, Colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne’ (Ef 2,13-14)”. Di qui la conclusione: “Niente finisce con la morte, niente finisce col fallimento, niente finisce col conflitto o con la paura: tutto inizia da questo bambino, nato per noi, che sfida ciascuno di noi a dargli credito, a seguirlo. Venite e vedete”.

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