Natale: card. Betori (Firenze), “guardare l’umanità del Figlio di Dio e prendere coscienza di come la dignità della persona umana viene invece violata e umiliata”

“Sta qui la grande sfida del Natale: guardare l’umanità del Figlio di Dio e riconoscendo in lui la pienezza dell’essere uomo prendere coscienza di come la dignità della persona umana viene invece violata e umiliata nel nostro mondo”. Lo ha evidenziato il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Milano, nella messa del giorno di Natale. “Lo è anzitutto quando la vita delle persone viene minacciata dalla violenza della guerra, in Ucraina e nei quasi altri sessanta Paesi nel mondo in cui uomini e donne vengono uccisi nei conflitti che insanguinano la terra – ha precisato il porporato. Come non pensare ad esempio al Tigrai, allo Yemen, alla Siria? Come può l’umanità accettare che i sogni di un imperialismo nutrito di miti ideologici vogliano tentare di distruggere l’identità e la storia di un popolo? O come accettare che i fanatismi religiosi lacerino i popoli, che i conflitti etnici portino massacri e devastazioni, che la spartizione delle zone di influenza tra le grandi potenze faccia deflagrare conflitti locali, che la prevaricazione dei potenti distrugga le speranze degli umili, che la sete di guadagno di alcuni giunga a negare la vita dei deboli?”.
E “non c’è solo la vita distrutta dalla violenza, ma anche quella umiliata da condizioni di ingiustizia, come accade nell’oscurantismo di ideologie che negano i diritti delle persone, nel non rispetto della dignità della donna, negli abusi sui minori, nella tratta delle persone, nel rifiuto dei migranti, nello sfruttamento dei lavoratori fino alla riduzione in schiavitù, nelle condizioni inumane delle carceri, nella marginalità a cui vengono condannati quanti non riescono a inserirsi nelle dinamiche sociali che difendono i garantiti, nella confusa babele di opinioni senza controllo che offuscano il giudizio e le coscienze di uomini e donne, specie dei giovani”.
Per il cardinale, “un grido di vita buona sale dal mondo, ma trova così poco ascolto da chi ha in mano le sorti dei popoli. Lo dobbiamo denunciare con forza per rivendicare per tutti una vita dignitosa, soprattutto per chi è in condizioni estreme di vita, fino alla dipendenza vitale. La soluzione delle sofferenze umane non può essere il rifiuto della vita, quello che la non-lingua del politicamente corretto propone come la morte dignitosa, bensì la possibilità offerta a tutti di vivere in modo dignitoso, perché amati, anzitutto, e poi sorretti con adeguati sostegni, accompagnati e non abbandonati, come scienza e carità rendono possibile”. Su questo il card. Betori ha fatto un appello a chi ha responsabilità nella comunicazione: “Come si divulgano con dovizia di particolari e appassionata partecipazione le scelte di morte, così si narrino con onesta verità le storie di vita, quelle di malati e disabili che chiedono di vivere, di famiglie che li sostengono, di comunità che condividono e includono”.

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