Natale 2022: mons. Vezzoli (Fidenza), “è accoglienza della Parola nel volto dello straniero che bussa, in chi consideriamo diverso per cultura, religione, condizione sociale”

“La Parola che si fa carne, prendendo su di sé tutta la debolezza e il limite della natura umana, rivela tutta la prossimità di Dio alle sue creature, anche nella loro condizione di peccato”. Lo si legge nel messaggio per Natale del vescovo di Fidenza, mons. Ovidio Vezzoli. “Se questo caratterizza il cuore del Natale, noi con quale atteggiamento l’accogliamo? Quando la Chiesa ci consegna la parola di Dio contenuta nelle Sante Scritture, quale ascolto trova in noi? Le facciamo posto? Sappiamo fare nostro il rischio dell’incontro con la Parola, che non è un libro, ma è Gesù il Signore che chiama alla sua sequela per avere vita in lui? […] Siamo segni di risurrezione e di speranza in un mondo spesso abitato dalla notte, dal rifiuto e dalla paura? Allora ci renderemo conto che l’evento della nascita del Signore non si presenta come un racconto patetico, circondato da un ingenuo folklore, ma è appello a camminare nella luce, ad uscire dalle nostre grettezze per stare dietro a Gesù parola eterna di Dio fatta carne, che ci rivela il Padre quale Dio-con-noi, l’Emmanuele, consegnandosi a noi come dono”. Il vescovo aggiunge: “Natale del Signore, ben oltre ogni retorica, è accoglienza della Parola nel volto dell’altro che ci visita, nello straniero che bussa ai nostri confini, in chi consideriamo diverso per cultura, per credo religioso, per condizione sociale. Il mistero del Natale del Signore, quale vera alternativa alla cultura dello scarto, è rifiuto di ogni discriminazione, di ogni pregiudizio che acceca, di tutto ciò che offende la dignità dell’altro/a, di tutto ciò che concorre a tracciare distanze generando sospetti e conflitti, di tutto ciò che paralizza nella paura rendendoci incapaci di una speranza audace”. Celebrare e vivere l’evento del Natale del Signore significa dunque “non rinunciare a cercare vie di pace, di dialogo e di riconciliazione con la sapienza di chi sa scorgere nel cuore degli umani le tracce del bene e la volontà di una fraternità universale, in quanto figli/e dello stesso Dio”.

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