Terzo settore: Cnca: Caterina Pozzi è la nuova presidente

Per la prima volta ci sarà una donna alla guida del Coordinamento nazionale comunità accoglienti (Cnca). Caterina Pozzi è stata eletta all’unanimità dai delegati e dalle delegate che il 15 e il 16 dicembre si sono dati appuntamento a Milano, presso la struttura del Teatro La Cucina all’interno dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, per l’assemblea nazionale “Comunità Accoglienti”. Il Cnca è un’organizzazione presente in 19 regioni con oltre 240 enti del terzo settore associati: una rete che conta oltre 29mila soci, 14mila addetti e 5mila volontari che ogni anno si fa carico attraverso i servizi territoriali dei suoi associati di 4mila nuclei familiari e 45mila persone. Caterina Pozzi, già amministratrice delegata e poi vicepresidente della Cooperativa sociale Open Group di Bologna, guiderà un Consiglio nazionale Cnca di cui fanno parte 33 persone tra cui i 14 presidenti dei livelli regionali di coordinamento.
Il nuovo Consiglio segna una crescita della rappresentanza femminile e l’apertura alla partecipazione di 15 consiglieri al primo mandato. “Il mio essere donna e presidente – spiega Pozzi – vuole affermare un’idea di leadership diffusa e democratica, in cui le tante sensibilità, differenze e intelligenze delle persone del Cnca possano essere valorizzate e avere modo di esprimersi, all’interno di un’organizzazione che ha davanti sfide sempre più complesse”. “Oggi più che mai credo nell’importanza di questa realtà che riesce a coniugare, in direzione ostinata e contraria, pratica, cultura e politica partendo dai territori e dalle persone che li abitano, soprattutto da chi fa più fatica”, ha aggiunto la neopresidente ringraziando il suo predecessore Riccardo De Facci e la vicepresidente Marina Galati per l’impegno profuso e il sostegno ricevuto in questi anni. Il 2022 segna i 40 anni del Cnca. “In questo anno abbiamo anche cambiato nome, da Comunità d’accoglienza a Comunità accoglienti, perché ci riconosciamo in un cammino di prossimità con le persone e le organizzazioni, dentro le relazioni e i legami con i territori”, conclude Pozzi.

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