Libri: Papa Francesco in Iraq raccontato da Falasca e Geronico (Avvenire). “Ha portato il messaggio della fratellanza umana”

“Papa Francesco si è recato in Iraq come ‘pellegrino penitente di pace’, a curare le ferite di questa Chiesa, ma si è rivolto – data anche la sua rilevanza internazionale come vero leader morale mondiale – a tutta la società irachena”. Lo afferma Luca Geronico, giornalista di Avvenire, che ha dato alle stampe, assieme alla collega Stefania Falasca, il volume “Le chiavi della pace. Il viaggio di Francesco nella terra di Abramo” (Editrice In Dialogo, https://www.itl-libri.com/). La visita di Bergoglio in Iraq (5-8 marzo 2021) è stata un momento altamente significativo nel cammino del dialogo interreligioso, un evento definito “storico”. Il volume presenta articoli e approfondimenti realizzati dai due giornalisti “in presa diretta”, oltre ai discorsi del Papa in Iraq e il Documento sulla fratellanza umana; la Prefazione è affidata al cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Qual è a suo avviso il messaggio complessivo che emerge dal viaggio del Papa in Iraq? “Il messaggio complessivo – risponde Geronico – è quello della fratellanza umana che, dopo la firma del Documento di Abu Dhabi nel 2019, e la pubblicazione dell’enciclica Fratelli tutti, ha visto realizzare durante questo viaggio apostolico un secondo passo concreto, questo direi esperienziale, sul terreno. L’incontro tra Francesco e l’ayatollah Ali al-Sistani, apre nuovi scenari di dialogo interreligioso, e direi non solo e non tanto sul versante islamo-cristiano, quanto all’interno del mondo musulmano tra sciiti e sunniti”.
“Tutto il viaggio è stato mosso da un desiderio, da una spinta spirituale, anche se non sono mancati appelli alle autorità politiche. E anche il messaggio politico alla società irachena credo si possa sintetizzare nell’appello alla costruzione di un concetto di cittadinanza svincolato dall’appartenenza religiosa, un invito a declinare il concetto di laicità dello Stato in una società dove il tribalismo etnico-religioso è invece la base di una identità più forte dell’identità nazionale. Ma – aggiunge – questo invito molto concreto, come tutti gli appelli alla riconciliazione, a disarmare i cuori, si basa, sull’essersi scoperti tutti fratelli nella fede, perché figli dell’unico Dio”.

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