Supplica a Madonna di Pompei: mons. Caputo (arcivescovo), “il nostro santuario rifugio sicuro per gli uomini e le donne del nostro tempo”

“La porta è un potente simbolo evangelico. È Cristo stesso a definirsi, nel Vangelo di Giovanni, ‘la porta delle pecore’ (Gv 10,7). Nel nostro santuario le porte sono braccia aperte, rifugio sicuro per gli uomini e le donne del nostro tempo. Sono accolti dalla Madre, Ianua Coeli-Porta del Cielo, che li accompagna all’incontro con Gesù”. Lo ha detto, stamattina, mons. Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio per il santuario, nel saluto al card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, nella messa che precede oggi la supplica alla Madonna di Pompei.
“La nuova porta rappresenta la Vergine Maria che accoglie sotto il suo manto di misericordia non solo i Santi legati alla storia di Pompei e coloro che hanno sostenuto e consigliato Bartolo Longo, ma anche tante ‘genti provenienti dai luoghi più lontani, che compiono un pellegrinaggio che porta al possesso del Regno dei Cieli, prefigurato dalle stelle poste in alto’. Assieme a loro sono raffigurati anche i Pontefici che, fin da Leone XIII hanno mostrato benevolenza per il nostro fondatore e per la sua Opera a Pompei. E la benevolenza prosegue con Papa Francesco” il quale, mercoledì scorso, al termine dell’Udienza generale ha esortato alla recita del Rosario e a unirsi spiritualmente, oggi, alla supplica alla Madonna del Rosario.
Qui a Pompei “preghiamo ogni giorno per il Papa, non solo nel santuario, ma anche nelle numerose opere sociali, che, come una corona di rose lo circondano. Sono centri diurni, case famiglia, luoghi di accoglienza e ristoro per bambini, poveri, persone uscite da dipendenze, dove ogni giorno si sperimenta l’amore evangelico e la cura per il prossimo”.
Mons. Caputo ha ricordato che la supplica “è stata composta, nel 1883, dal beato Bartolo Longo, pugliese come Lei e nato a Latiano, non lontano da Oria dove lei è stato vescovo, dal 1998 al 2004. Lei conosce bene il nostro fondatore, la cui causa di canonizzazione è in esame presso la Congregazione delle cause dei santi, di cui lei è prefetto. Così come la causa di beatificazione del servo di Dio Francesco Saverio Toppi, mio venerato predecessore. Qui a Pompei, e non solo, preghiamo incessantemente perché questi due processi giungano, anche per intercessione della Vergine, a compimento al più presto”.

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