Richiedenti asilo: mons. Tasca (Genova) “la nostra Chiesa accoglie”. Migrantes, “bando di gara meramente assistenziale ma verranno impegnate le risorse per la carità”

“La Chiesa che è in Genova, comunque, accoglie!”. Lo assicura l’arcivescovo di Genova Marco Tasca, in occasione del nuovo bando di gara della Prefettura cittadina per rinnovare le attuali accoglienze dei richiedenti asilo. “La diocesi di Genova parte inequivocabilmente dal Vangelo” e dalle parole di Papa Francesco “nella lettera di presentazione della prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 27 settembre: ‘Una sfida pastorale alla quale siamo chiamati a rispondere con i quattro verbi che ho indicato: accogliere, proteggere, promuovere e integrare'”, si legge in un un comunicato dell’Ufficio diocesano Migrantes.
Il Decreto sicurezza del 14 giugno 2019, oggi in parte già bocciato e ancora in revisione alla Corte costituzionale, aveva negato, tra le varie restrizioni, anche il permesso di soggiorno per motivi umanitari; la maggior parte dei richiedenti asilo sono così finiti nelle strade senza documenti. Il Comune di Genova aveva fatto richiesta di aumentare i numeri di accoglienza dello Sprar (ora Siproimi). Questo progetto di accoglienza con i Comuni supera quello dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e “ha ottenuto ottimi risultati di integrazione lavorativa e sociale sul nostro territorio” ma “la richiesta del Comune al Ministero era, poi, caduta nel nulla”, prosegue il comunicato definendo l’attuale bando di gara a Genova “strumento meramente assistenziale e limitatamente abitativo”.
Nel ricordare il richiamo del Papa: “La pandemia ci ha ricordato come siamo tutti sulla stessa barca” e che “nessuno si salva da solo”, Migrantes assicura: “La Chiesa genovese accoglie. Parteciperà conscia delle gravi restrizioni concesse pur in questo periodo di grave emergenza impegnando anche le sue risorse per la carità. È una risposta consapevole e generosa in linea con l’ultimo Angelus del 23 agosto in cui il Papa ci incoraggia rammentandoci che: ‘Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza. Sono stati vittime della cultura dello scarto'”.

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