Stati Uniti: diocesi di Brooklyn, “limitazioni ingiuste e arbitrarie per le chiese cattoliche” dopo aumento casi Covid in alcuni quartieri

(da New York) “Chiusure arbitrarie e ingiuste, quelle imposte alle chiese cattoliche della diocesi di Brooklyn dal governatore Mario Cuomo, a seguito di un aumento dei casi di Covid in alcuni quartieri della diocesi”. Così si è espresso un comunicato della diocesi alla notizia che lo Stato ha creato tre zone calde identificate con diversi colori, dal rosso all’arancio che riducono la partecipazione dei fedeli, rispettivamente, da 10 persone a metà della capienza e questo nonostante le chiese cattoliche siano state irrilevanti nei picchi del contagio. L’imposizione di queste nuove chiusure ha lasciato al vescovo di Brooklyn, mons. Nicholas DiMarzio una sola scelta: citare a giudizio lo Stato di New York con l’accusa di violare il primo emendamento sul libero esercizio della religione. “Gli ordini esecutivi di questa settimana non ci hanno lasciato altra scelta che andare in tribunale”, ha detto in una dichiarazione il vescovo di Brooklyn. “Siamo decisamente in disaccordo con i limiti di capacità che ci vengono posti. Mancano di rispetto ai cattolici che si sono limitati a rispettare le regole ”, ha aggiunto. La diocesi ha affermato che lo Stato “ha completamente ignorato il fatto che i nostri protocolli di sicurezza hanno funzionato ed è un insulto penalizzare ancora una volta tutti coloro che sono tornati in sicurezza in chiesa”. “I pastori hanno installato disinfettanti per le mani agli ingressi e hanno assicurato che le chiese vengano pulite e igienizzate dopo le messe”, ha detto la diocesi. “È stata dedicata un’enorme quantità di tempo, risorse e spese, per applicare questi severi requisiti per garantire la sicurezza di tutti”. Le chiese della diocesi sono state riaperte il 5 luglio dopo 16 settimane di chiusura dovuta alla pandemia.

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