Processo in Vaticano: durata meno di dieci minuti la prima udienza, la prossima il 27 ottobre. Letti capi di imputazione

(Foto Vatican Media/SIR)

È stata fissata per il 27 ottobre alle ore 14 la seconda udienza per don Gabriele Martinelli e mons. Enrico Radice, i due sacerdoti  accusati rispettivamente di abusi e favoreggiamento ai danni di un giovane ospite del preseminario Pio X. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi a seguire la prima udienza, durante la quale si sono letti i capi di imputazione e si è deciso il rinvio. L’udienza è durata esattamente 8 minuti, dalle 9.37 alle 9.45. Don Gabriele Martinelli è arrivato per primo, con indosso una polo a mezze maniche e un maglioncino. Mons. Radice invece era vestito da prete. Tutti i presenti in aula, anche il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone, hanno indossato la mascherina per tutto il tempo e sono state rispettate tutte le misure di sicurezza anti Covid-19, compreso il controllo della temperatura. Gli avvocati degli imputati sono due donne: per don Gabriele Martinelli, Rita Claudia Baffioni; per mons. Enrico Radice, Agnese Camilli Carissimi. Sono stati letti i capi di imputazione: don Gabriele Martinelli, nato il 9 agosto 1992, è accusato di “aver usato violenza e minaccia, abusando della sua autorità e approfittando delle relazioni di fiducia in qualità di frequentatore anziano del seminario, tutore e coordinatore delle attività dei seminaristi” e di aver costretto L.G. (nato il 18 maggio del 1993) “a subire rapporti carnali, atti di sodomia, masturbazione su se stesso e sul ragazzo in diversi tempi e luoghi dello Stato della Città del Vaticano”. Le violenze si sono svolte nel periodo di tempo tra il 2007 e il 2012. Sia Martinelli sia la vittima erano all’epoca minorenni. Il 29 luglio 2019 è stato ratificato il rinvio a giudizio. Mons. Enrico Radice, nato nel 1949, è accusato di avere “più volte come rettore, in tempi e luoghi diversi, in Italia e anche all’estero” aiutato Martinelli ad eludere le investigazioni, dopo i reati di violenza carnale e libidine. Il 30 ottobre 2013 mons. Radice ha inviato una lettera al vescovo di Como, Diego Attilio Coletti, in cui contraddiceva la denuncia di L.G. contro Martinelli, parlando di “fumus persecutionis”. Mons Radice ha poi inviato una falsa lettera a nome del vescovo, su carta intestata della diocesi di Como, in cui annunciava l’imminente ordinazione sacerdotale di Martinelli. La lettera è stata disconosciuta dal vescovo. Nel 2018, durante un interrogatorio con i pm vaticani, Radice ha sostenuto “con certezza assoluta” di non essere a conoscenza di atti di violenza e libidine nel preseminario Pio X di cui era rettore, intralciando così le indagini. Gli avvocati hanno già depositato le ammissioni di prova. Oggi non hanno presentato nessuna istanza. Il presidente Pignatone ha chiesto all’avvocatessa di Radice di “decifrare meglio i temi di prova” entro venerdì. “Questo tribunale vuole dare il maggiore spazio possibile alla difesa”, ha detto Pignatone: “A causa di impegni di questo Tribunale per una causa già avanzata – ha proseguito – l’udienza è stata rinviata a martedì 27 ottobre alle 14 per lo scioglimento della riserva delle prove e l’interrogatorio degli imputati”.  Alle 9.45 si è conclusa l’udienza. I due imputati si sono subito alzati per andare a parlare con gli avvocati.

 

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